Dicembre 2008, pp. 108
Il Sessantotto è durato circa quindici anni: una stagione lunghissima, in grado di sedimentare ideologie, culture, comportamenti… Nel campo delle Istituzioni, il Sessantotto ha costituito un ulteriore blocco del sistema, rendendo ancor più anacronistica di quanto non fosse per il “fattore K” una concezione della democrazia come conflitto regolato. Nel campo della cultura, il Sessantotto non ha saputo prendere distacco dalle ideologie dalla cui contestazione, pure, è sorto. Ha finito per proporre una versione, insieme, più povera e più rigida degradando ogni pragmatismo a compromesso con il potere…
Il Sessantotto italiano, considerato nel suo insieme, non ha saputo evitare la dimensione del dramma. I “cooptatori” certo, hanno recuperato alla politica tante esistenze che altrimenti si sarebbero perse. E i libertari hanno rappresentato per tanti giovani l’alternativa possibile lasciandoli figli della loro generazione. Ma nessuno allora si incaricò per davvero di scontrarsi frontalmente con la pretesa innocenza che ha consentito al Sessantotto di recuperare, in un contesto di presunta novità, miti antichi della politica quali quelli della violenza o della sovversione politicamente corretta…
La lunga agonia del Sessantotto ha consentito al senso comune selezionato da quella vicenda di sopravvivere alle ideologie – sia quelle vere sia quelle posticce – che esso veicolava. Questo si è così trasformato in stile educativo, nelle case ancor prima che nelle scuole. E si è messo al servizio di pratiche e di comportamenti che negano in radice quel messaggio di rispetto, uguaglianza, solidarietà universale che il mito aveva veicolato. Ineludibile legge del contrappasso. Della liberazione sessuale sono rimaste le immagini pornografiche della compagna di classe fatte circolare su internet. L’anti-autoritarismo si è trasformato nella palpata di sedere alla professoressa imbarazzata. E l’opposizione al capitalismo sta producendo le sollevazioni contro i presidi che vietano il cellulare in classe…
Per questo, bisogna impegnarsi per far cessare il lungo Sessantotto. Del Sessantotto ci si libera solo se saranno gli studenti ad aprire la porta a tutto ciò che esso ha negato: autorità, merito, eguaglianza di opportunità e non di risultati.
Indice
Nota introduttiva
Premessa
Sessantotto, questo sconosciuto
di Giovanni Orsina
I) Che cosa è stato il Sessantotto
Il Sessantotto: abbozzo di un’interpretazione transpolitica
di Roberto Pertici
Il Sessantotto come antefatto del nichilismo postmoderno
di Raffaele Iannuzzi
Memoria e giudizio del Sessantotto
di Pietro De Marco
II) Testimonianze sul Sessantotto
Ascesa e rovina del Sessantotto. L’illusione del piacere e il ritorno della realtà
di Sergio Belardinelli
Per il Sessantotto è giunta l’ora di fare i conti con la storia
di Luca Codignola
III) L’eredità del Sessantotto
Cattolici e radicali. L’eredità politica e culturale dell’altro Sessantotto
di Eugenia Roccella
Che cosa significa il Sessantotto per le nuove generazioni
di Giorgia Meloni
Come liberarsi del lungo Sessantotto
di Gaetano Quagliariello
Appendice
Il Sessantotto nella lettura
di Nicola Matteucci
Dibattito fra Gaetano Quagliariello e Stephane Courtois