Al carissimo amico Victor
Ti sentiamo ancora in mezzo a noi, caro Victor, perché non possiamo dimenticare la tua presenza in Fondazione, la tua riservatezza e i piacevoli modi gentili quando ti affacciavi, per partecipare ad una tavola rotonda o all’organizzazione di un progetto scientifico.
Abbiamo da te appreso che si può fare cultura sommessamente, senza clamori, con la convinta passione che deriva da un lungo lavoro di ricerca. E che questo lavoro può essere allo stesso tempo piacevole e fruttuoso per chi collabora con te e per le persone cui è indirizzato.
Sappiamo che il tuo impegno presso la Fondazione era legato anche ad una convinzione profonda e cioè che i risultati del lavoro culturale non possono essere consegnati soltanto ai libri ma anche diffusi e discussi direttamente con il pubblico.
Non hai mai avuto, caro Victor, nessuna remora a dare il tuo impegno per la Fondazione, perché credevi nell’importanza per la politica – quella degna di questo nome – del lavoro culturale. E così ci hai seguito e consigliato sin dalla nascita della Fondazione e per essa, nelle numerose iniziative cui hai partecipato, sei stato un autorevole e stimatissimo ambasciatore.
Ne siamo stati e siamo ancora oggi molto fieri, caro Victor, e ci auguriamo di riuscire a far proprio nei nostri comportamenti e nel nostro lavoro il magistero umano e intellettuale di cui sei stato generoso ed amato donatore.
Grazie, Victor.
di Gaetano Quagliariello
di Giancarlo Loquenzi
di Mario Rimini
di Antonio Carioti