Cinque domande e alcune risposte sulla Costituzione economica italiana
Giugno 2010, pp. 18
Le analisi scientifiche, le riflessioni culturali, le proposte politiche relative alle disposizioni costituzionali che governano le attività economiche e il rapporto fra Stato e mercato sono rimaste appannaggio di una ristretta cerchia di studiosi e appassionati della materia o, al massimo, si sono tradotte in sporadiche e temerarie iniziative parlamentari. Eppure, probabilmente, la sezione economica della nostra Carta fondamentale è quella che mostra di più i segni dell’usura del tempo. Nel lasso di tempo intercorso dalla sua approvazione si sono, infatti, profondamente, modificati tutti gli elementi fondamentali del contesto politico ed economico, interno e internazionale, che caratterizzava l’Italia, l’Europa e il mondo stesso alla fine della seconda guerra mondiale.
Avviare una riflessione seria e approfondita sulla questione appare oggi fondamentale. E non solo perchè negli ultimi mesi si è verificata un’improvvisa e inaspettata rispresa dell’attenzione politica su questi temi. Il sistema politico e istituzionale italiano attraversa da diversi anni un difficile e faticoso processo di transizione. E non c’è dubbio che questo processo potrà dirsi definitivamente ed efficacemente compiuto solo quando anche sui principi e sui vincoli costituzionali in materia economica sarà stata raggiunta un’ampia condivisione su un nuovo testo che ponga fine all’attuale stato di dissociazione fra la Costituzione economica formale e la Costituzione economica materiale.
Indice
1. E’ necessaria una Costituzione economica?
2. Perchè l’Italia ha una Costituzione economica?
3. Quale è stata la resa della nostra Costituzione economica?
4. E’ attuale la nostra Costituzione economica?
5. Occorre cambiare la nostra Costituzione economica?