L’incontro odierno, promosso da Gaetano Quagliariello con la Fondazione Magna Carta, ha il duplice obiettivo di fare il punto sull’ormai annosa questione dell’incertezza fiscale e, soprattutto, di offrire possibili soluzioni operative anche attraverso uno studio condotto dalla fondazione Magna Carta e che viene oggi diffuso in anteprima.
L’eccessiva burocrazia, la lentezza della giustizia, le infrastrutture spesso insufficienti, soprattutto, l’incertezza giuridica e regolatoria, rendono il nostro Paese un posto poco appetibile per le grandi multinazionali estere. L’Italia risulta, infatti, al 43esimo posto del Global Competitiveness Index 2017-2018 compilato dal World Economic Forum.
Eppure esistono numerosi esempi che dimostrano come, in altri Paesi, una politica di programmazione sul prelievo fiscale abbia funzionato. L’adozione di un “calendario fiscale” puntuale e preciso in Italia sarebbe certamente un principio cardine di civiltà giuridica, ma non solo.
Oggi Rappresentanti del Governo, politici e ricercatori insieme, dunque, per affrontare e dare risposte ai temi fiscali più difficili da regolamentare che, al tempo stesso, impediscono al nostro Paese di attrarre gli investimenti internazionali e quindi di crescere economicamente al passo con gli altri paesi europei più sviluppati.
Il Senatore Gaetano Quagliariello sottolinea l’importanza del documento che è stato distribuito, un documento scientifico che fotografa come e quanto l’incertezza regolatoria e fiscale allontani gli investitori internazionali. “Un tema dirimente per il nostro Paese – spiega – e che con la Fondazione Magna Carta si è voluto sviluppare anche attraverso una ricerca scientifica ad hoc, al fine di offrire ad esperti e rappresentanti politici un terreno utile su cui lavorare per riscrivere il futuro economico del nostro Paese. Quello del calendario fiscale è un impegno che dovremmo assumerci tutti nei confronti dei cittadini, un impegno che personalmente ho assunto anche in questa campagna elettorale”.
Il Viceministro dell’Economia Luigi Casero pone l’attenzione su un tema ancora troppo sottovalutato : “l’opinione pubblica considera le tasse sui giochi o sui tabacchi come una non tassazione. Vuol dire che il tema è prima di tutto culturale. E’ importante prima capire cos’è il sistema economico per poi pensare a come intervenire per assicurare certezza fiscale e regolatoria. L’avvento del digitale infatti ha cambiato il modo di fare economia. Molte aziende digitali pagano pochissime tasse a differenza di molte imprese tradizionali. Questo situazione va affrontata guardando al futuro e alle diverse tipologie di imprese non solo per una questione di equità sui prelievi fiscali ma anche perché così il sistema di tassazione per garantire gettito all’erario non funzionerebbe. E’ necessaria un’azione di programmazione e certezza fiscale, un calendario fiscale appunto, che porti si a ridurre le tasse ma anche ad affrontare quelle anomalie che per esempio si osservano nel settore del tabacco. Un mondo che produce lavoro e fa muovere l’economia e che necessita di maggiore certezza regolatoria, invece di favorire aziende e sistemi anche moderni ma che non pagano le tasse”.
Per il Vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri i dati diffusi oggi dallo studio inquadrano una situazione di stallo degli investimenti esteri che era prevedibile. “Quello di un calendario fiscale è un tema su cui si potrà sicuramente intervenire nella prossima legislatura – spiega – grazie ad una pianificazione delle aliquote e degli anticipi fiscali. L’obiettivo di Forza Italia è da sempre la semplificazione di tutte le procedure, in particolare quelle che possono garantire un rilancio dell’economia del nostro Paese, eliminando le palle al piede della burocrazia e dell’incertezza regolatoria e dell’eccessiva tassazione. E’ lo stesso principio della flat tax, la riforma fiscale che Forza Italia vuole varare a favore delle imprese. Se si riducono le aliquote si fanno crescere gli investimenti e l’occupazione”.
Il prof. Marco Spallone, Vicedirettore CASMEF-Luiss, precisa che: “sia il settore dei giochi che quello dei tabacchi costituiscono un esempio di erraticità e improvvisazione degli interventi fiscali. I provvedimenti presi sotto la costante pressione dell’urgenza sono stati caratterizzati dalla mancanza di visione di lungo periodo e hanno messo a rischio la sostenibilità economica delle imprese, la sicurezza dei consumatori e la stabilità del gettito. Inoltre, la troppo ampia discrezionalità degli interventi ha sottoposto le istituzioni a pressioni costanti che sono risultate spesso in interventi non neutrali e, per questo, soggetti ad un aspro contenzioso. La necessità evidente è quella di una programmazione di medio-lungo periodo delle politiche fiscali, basata su analisi rigorose e condivise da tutti gli stakeholder, pubblici e privati”.
Per il prof. Gaetano Caputi, docente di Diritto penale dell’Economia, “è incompatibile con l’ambizione di uno Stato liberale quanto siamo costretti a subire in ambito tributario. – spiega Caputi – Senza parlare degli effetti devastanti che questo produce sulle intenzioni di investimento e sull’attrattività di capitali dall’estero. Tutto questo, com’è ormai evidente, ha un costo elevatissimo per ogni credibile prospettiva di crescita economica e ripresa dell’occupazione. Ma l’allarme anche maggiore è che si tratta solo della punta dell’iceberg: vi è una tendenza perversa che si diffonde anche in altri contesti, rivelando una incontenibile voglia di oppressione regolatoria a dispetto dei più elementari presidi di ragionevolezza e libertà, priva di capacità di prospettiva sulle conseguenze nefaste di medio lungo periodo. La Politica deve riappropriarsi del proprio ruolo, ceduto ad una tecnocrazia aliena alle esigenze della rappresentatività democratica, per rilanciare le esigenze di una prospettiva lunga, non schiava del sondaggio del mattino dopo”.
Maria Ida Germontani, candidata del centrodestra al Senato e alla Regione Lombardia, conferma come: “l’incertezza giuridica genera uno stato di diritto debole e a pagarne le conseguenze sono i servizi essenziali come sicurezza, sanità, istruzione. Avere regole chiare non può che mettere in moto un circolo virtuoso e a beneficiarne sarebbero tutti, imprese in primis. Gli imprenditori devono avere a che fare con modifiche alle norme fiscali che cambiano continuamente anche più volte all’anno. Una stessa legge che viene applicata in maniera diversa da Regione a Regione. Fino ad arrivare all’incertezza totale per le aziende: quante tasse dovrò pagare quest’anno? E quando?” Non stupisce se le aziende straniere stiano alla larga dal nostro Paese. Ritengo che l’idea di un calendario fiscale in Italia possa assicurare una maggiore capacità attrattiva e consentire allo stesso tempo allo Stato di poter contare su entrate certe e prevedibili”.
Per la dott.ssa Antonella Dragotto, alto dirigente e capo relazione esterne della Banca d’Italia: “Una normativa fiscale complessa e incoerente si traduce in maggiori oneri per i contribuenti e per l’Amministrazione finanziaria. I primi si trovano a sostenere costi addizionali, mentre le autorità fiscali devono investire maggiori risorse sia nell’attività di accertamento, sia nel supporto al contribuente. La difficoltà di interpretazione delle norme tende ad accrescere il contenzioso. Dunque la razionalizzazione e la semplificazione della normativa e dei relativi adempimenti potrebbero ridurre i costi del fare impresa e rendere l’Italia un paese attraente per le imprese straniere.”