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Verso Arezzo: costruire un moderatismo post-populista

FONDAZIONE MAGNA CARTA

Costruire un moderatismo post-populista

di Giovanni Orsina

Parto dalla seconda fra le domande che pone Gaetano Quagliariello, perché mi pare che la risposta che le si può dare condizioni anche le repliche agli altri tre quesiti: «c’è un ritardo politico-culturale che l’area moderata, cristiana, liberale deve colmare per cercar di tornare ad essere protagonista?».

La mia risposta è, senza alcuna esitazione, «sì». A voler semplificare una storia complessa, l’area moderata, cristiana, liberale è stata un tipico prodotto del secondo dopoguerra. Più precisamente, ha goduto della sua stagione dorata negli anni compresi fra la fine della seconda guerra mondiale e il 1968. Dopo di quella data il mondo ha cominciato a modificarsi profondamente. Il moderatismo, adattabile e pragmatico com’è, è riuscito ad adeguarsi a quella trasformazione: aiutato dalla vocazione universalistica del cristianesimo e dando maggior rilievo, all’interno del proprio patrimonio ideologico, al valore dell’integrazione sovranazionale dei mercati, ha in buona sostanza accompagnato i processi d’individualizzazione e globalizzazione che hanno segnato quella stagione storica. Così facendo, tuttavia, ha gradualmente abbandonato al loro destino i ceti popolari periferici che avevano fatto la sua fortuna fin dal 1945, probabilmente perché li ha considerati una specie in via d’estinzione. Quando quei ceti – che evidentemente tanto estinti non sono – si sono ribellati contro i processi di individualizzazione e globalizzazione, ossia contro l’appassire e la scomparsa delle proprie comunità di riferimento, a rappresentarli non hanno più trovato i moderati, cristiani e liberali, allora, ma le forze politiche cosiddette populiste.

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Tommaso Labate - Il futuro dei moderati - Fondazione Magna Carta

La riflessione del Prof. Giovanni Orsina si inserisce nel dibattito preparatorio del seminario “A Cesare e a Dio” che si svolgerà a Bucine, in provincia di Arezzo, il 2 e il 3 dicembre. In particolare, risponde all’intervento del Presidente della Fondazione, Gaetano Quagliariello, che ha posto dei quesiti centrali per il tema della nuova edizione degli incontri.

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Leggi l'intervento del Presidente Quagliariello
Leggi il contributo al dibattito di Francesco Verderami (Corriere della sera)
Leggi il contributo al dibattito di Johannes De Jong (Sallux Foundation)
Leggi il contributo al dibattito di Tommaso Labate (Corriere della Sera)
Leggi il contributo al dibattito di Matteo Forte (Cons. comunale di Milano)
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