La Fondazione Magna Carta e la Fondazione Merloni, tramite il consueto sforzo comune, sono riuscite nell’intento che si erano poste: far sì che l’Abruzzo, e nello specifico l’Aquila, venissero posizionati al centro del Meeting Annuale dell’UNESCO sulle Città Creative: un evento che avrà luogo a Fabriano dal 10 al 16 Giugno 2019.
Distruzione e rinascita sono due fenomeni che, giocoforza, si presentano come consequenziali: sono legati – com’è evidente – da un rapporto di causa-effetto per necessità. La “Città ideale”, che è il trait d’union dell’iniziativa, è invece quel “giardino” che per Tommaso Moro può consentire all’anima di “prosperare”, è il punto focale dell’utopia platonica ed è un tema posto dal dibattito filosofico-artistico sin dalle origini del pensiero dell’uomo. Bene, legando questi due ambiti concettuali, è possibile approfondire l’argomento affrontato a Fabriano in questa settimana.
L’Unesco, con il Progetto “RINASCO”, ha dimostrato di avere ben presente la reattività, quella che oggi chiameremmo “resilienza”, messa in campo da quelle città che hanno dovuto subire, loro malgrado, le conseguenze derivanti da conflitti bellici o da calamità naturali. C’è un aforisma, che sembra ottimale per circostanze come queste: “Ciò che diciamo principio spesso è la fine – ha scritto Thomas Stearns Eliot – e finire è cominciare”.
Di sicuro risulta perfino più efficace l’immagine iconica selezionata per l’occasione: Mnemosine, prima inter pares tra le Muse, custode della memoria collettiva. Quando un essere umano, stando alla mitologia greca, decideva di attraversare i confini degli inferi, aveva nel suo paniere un’unica possibilità di non rimuovere poi il vissuto: bere dalla fonte di Mnemosine. Vale pure come monito rivolto a coloro che sono in obbligo di non dimenticare quanto accaduto a L’Aquila.
Il capoluogo abruzzese, grazie a questo padiglione, potrà misurarsi con realtà con le quali condivide almeno un periodo storico nefasto: da Palmira ed Aleppo in Siria ad Haiti e Kobe in Giappone, passando per la città irachena di Mosul e quella afghana di Bamiyan: l’occasione è importante, ma può rivelarsi decisiva: tutte le “Città ideali” possono confrontarsi pure al fine di rafforzare una consapevolezza: rinascere dalle rovine è più che possibile.
Poi c’è la parte pratica, quella che interessa più da vicino i cittadini: coloro che si recheranno nello spazio dedicato alla Città abruzzese avranno modo di notare la presenza di un “modello di ricostruzione” e di un “progetto di sviluppo”. Nel corso dell’iniziativa una proiezione ad alta tecnologia vedremo come si presentava l’Aquila fino al recente passato, qual è, oggi, lo stato di salute de l’Aquila per via del terremoto del 2008 e come dovrebbe divenire l’Aquila in prospettiva. Il tutto condito da una conferenza, che si svolgerà nell’Agorà, che è lo spazio centrale della manifestazione targata Unesco, giovedì 13 giugno, nel corso della quale Pierluigi Biondi, Sindaco dell’Aquila, Gaetano Quagliariello, presidente della Fondazione Magna Carta, Guido Bertolaso, responsabile della protezione civile negli anni del terremoto dell’Aquila, Piero Properzi, vice presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU), Alessandra Vittorini, Soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per la città dell’Aquila e dei comuni del cratere, Eugenio Coccia, Rettore Gran Sasso Science Institute dell’Aquila, Paola Inverardi, Rettrice UNIVAQ illustreranno “Il modello di ricostruzione de L’Aquila: identità e rinascita”.
Sempre all’interno del padiglione “Rinasco”, la Fondazione Magna Carta e la Fondazione Merloni avranno modo, ancora, di esporre tre progetti sugli Appennini su cui lavorano in modo condiviso: Save the App, Appennines Food Ranking e Camminatori dello Spirito. L’Aquila, insomma, come omphalos di una rinascita che deve coinvolgerci tutti.