1) A Giovanni Falcone e Paolo Borsellino la dedica per la settima edizione della Summer School di Magna Carta
Quest’anno, gli studenti della Summer School, di comune accordo hanno deciso di intitolare questa VII edizione alle figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Una scelta motivata dal profondo senso dello Stato e della legalità dei due giudici. Essi hanno incarnato appieno quella che dovrebbe essere la reale funzione del magistrato, ovvero devozione nei confronti dello Stato accompagnata dall’onestà che in un territorio caldo come la Sicilia, che ad oggi può risultare l’Italia intera, riesce difficoltoso mantenere intatta. In particolare vogliamo ricordare l’attenzione che entrambi hanno rivolto ai giovani. Borsellino aveva detto: “La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. Come egli auspicava, noi giovani abbiamo il dovere morale di impegnarci attivamente, anche attraverso la politica, a realizzare i nostri sogni e le nostre aspirazioni con il medesimo senso di responsabilità, la stessa passione e la stessa perseveranza, tendendo agli stessi valori di cui Falcone e Borsellino si sono resi portatori. Nessuno aveva chiesto loro di sacrificare la propria vita per questo, ma loro sona andati avanti ugualmente. Lo hanno fatto per loro stessi e per la loro terra, forti di averne compreso il vero problema e di non aver finto di non vederlo. Hanno cercato sempre di migliorarsi al punto tale da lasciarsi sfiorare dal dubbio. “A fine mese quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono meritato”, diceva Paolo Borsellino. Come lui, anche noi dobbiamo meritare ciò che guadagneremo e non dovremo aspettarci ringraziamenti da nessuno. Il nostro ritorno sarà il contributo che daremo al nostro Paese. “Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere”, così ci insegnava Falcone, sta a noi non deluderlo. Oggi, a 20 anni esatti dalla loro tragica morte, molti passi sono stati fatti e molti sono ancora da fare. Non dobbiamo fermarci per paura poiché: “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”.