A poco più di un mese dal decimo anniversario dell’attentato alle Torri gemelle di New York che segnò la nuova offensiva fondamentalista, si torna a parlare di terrorismo internazionale e radicalismo islamico. Il set scelto è quello de “Gli incontri del Melograno”, giunto al terzo appuntamento, e organizzato dalla Fondazione Magna Carta a Monopoli (Bari) presso il Relais & Châteaux “Il Melograno”.
Due gli ospiti illustri di questa serata: Stefano Dambruoso, magistrato e Capo dell’Ufficio per il coordinamento dell’attività internazionale del Ministero della Giustizia, e Fiamma Nirenstein, Vicepresidente della Commissione Esteri alla Camera dei Deputati, intervistati dal direttore de “l’Occidentale”, Giancarlo Loquenzi. Entrambi sono anche gli autori dei libri in uscita a settembre, “A Gerusalemme” della Nirenstein e “Un istante prima. I nuovi volti del terrorismo islamico in Europa” di Dambrosio scritto a quattro mani con Vincenzo Spagnolo.
Il dibattito, che ha avuto per titolo “Osama e Obama: l’11 settembre dieci anni dopo”, dopo l’attentato che ha coinvolto Oslo e ha causato quasi 100 vittime, non poteva che dare ampio spazio anche a quello che in molti hanno definito un atto del fondamentalismo cristiano. Ma esiste davvero? Per Dambruoso, tra i massimi esperti di terrorismo internazionale, non esiste ad oggi questa categoria. Nirenstein invece, che ancora prima che deputata è giornalista e scrittrice, forse presa dalla fretta di diffondere la notizia, ha attribuito il folle gesto al terrorismo islamico, anche perché era emersa una rivendicazione poi smentita. Attribuzione di cui non si pente perché vede nel terrorismo islamico una grande forza in movimento.
Ma oggi, dopo la morte di Bin Laden e quindi la perdita di una guida, siamo più esposti al terrorismo internazionale e in particolare, dopo l’attentato di Oslo, ai “lupi solitari”? “Certamente”, ha affermato Dambruoso, “ non bisogna abbassare la guardia anche adesso che Bin Laden non c’è più. Gli esperti e gli analisti delle matrici dei singoli attentati sono preoccupati perché si potrebbero riprendere trame contro obiettivi occidentali. A tale proposito però la polizia e l’intelligence italiana rivolgono un’adeguata attenzione”.
“Il terrorismo”, ha aggiunto l’on. Nirenstein, “non è solo Al Quaeda. Abbiamo fortezze sparse per il mondo: l’Iran ad esempio ha messo su un vero e proprio stato terroristico, per non parlare poi dell’America Latina dove ci sono gli Hezbollah (movimento fondamentalista) che rappresentano ormai un esercito”. Dopo Osama allora come è cambiato il terrorismo internazionale?
Per il magistrato oggi la preoccupazione non è più solo quella di una “macchina da guerra” proveniente dall’Afghanistan o da altri Paesi musulmani, ma quella del singolo folle affetto da disadattamento personale, semmai vittima di un predicatore locale. “E’ questa”, ha detto, “la vera preoccupazione dell’intelligence per cui è difficile svolgere indagini, perché è difficile intercettare i singoli attentatori in quanto non comunicano con nessuno”. Diversa invece l’opinione della deputata che ha ricordato come l’attacco dell’11 settembre non è stato organizzato affatto da un disadattato.
Parlando di terrorismo internazionale non si poteva non riflettere anche sulla Siria il cui problema, secondo Dambruoso, è destinato ad un’autorisoluzione, considerando il rifiuto da parte dei Paesi confinanti, cioè della Russia e della Cina, di aiutare i siriani.
Per Nirenstein si dovrebbe invece cercare di fare ogni sforzo per fermare la strage in Siria, così come è accaduto in Libia. Si è parlato anche di antisemitismo che per Stefano Dambruoso esiste soprattutto in Olanda e in Germania. Per Fiamma Nirenstein, che ha anche ricevuto minacce di morte qualche tempo fa, si tratta di un fenomeno diffuso soprattutto on line. Inoltre, secondo una statistica diffusa di recente dal Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, otto ragazzi italiani su dieci non hanno simpatia per gli ebrei senza nemmeno conoscerli. “Naturalmente”, ha affermato, “c’è antisemitismo sia a destra che a sinistra”.
Dopo Osama non si poteva non parlare di Obama. “Il presidente americano non è’ riuscito a chiudere Guantanamo”, ha detto Dambruoso, “mentre sta ritirando le truppe militari dall’Iraq e dall’Afghanistan”. “Senza Guantanamo però”, ha concluso la Nirenstein, “non saremmo riusciti a trovare Bin Laden”. Insomma, dieci anno dopo l’attacco alle Torri gemelle il terrorismo non è stato battuto, né come ideologia, né come organizzazione e certamente lo sforzo che si richiede alle comunità internazionali è sempre maggiore. Forse non è stato un caso che i due ospiti de “Gli incontri del Melograno” erano seduti su due pecore, una nera ed una bianca, opere dello scultore pugliese Vito Maiullari, quasi a voler inconsciamente rimuovere atteggiamenti di assoggettamento di massa come succede sia per l’animale, ma ahimè anche per una moltitudine umana.