Pubblichiamo il paper della Fondazione Magna Carta sulle intercettazioni e il Disegno di Legge N. 1611 presentato dal Ministro della giustizia Alfano, approvato dalla Camera dei deputati con successive modifiche del Senato.
Il disegno di legge sulla disciplina delle intercettazioni, sostenuto dal governo Berlusconi, non è un provvedimento orientato a bloccare le indagini della magistratura. Sia perché esso consente di utilizzare le intercettazioni nei casi di reati gravi, come quelli di terrorismo e legati alla criminalità organizzata, sia perché la magistratura non ha solo il sistema delle intercettazioni per svolgere le sue indagini. I metodi tradizionali, che mantengono la loro capacità investigativa, non sono certo tramontati con l’uso delle intercettazioni.
Il disegno di legge, nel frenare l’uso tracimante, dispendioso e abusato delle intercettazioni, si preoccupa di tutelare un diritto fondamentale e inviolabile, quale quello della riservatezza, da tempo sottoposto a mortificante violazione. Perché il problema, lo si è visto in molti recenti episodi, è quello della diffusione sulla stampa del contenuto delle intercettazioni, che nella stragrande maggioranza dei casi nulla hanno rilevato sul piano del reato oggetto dell’indagine; semmai hanno dato conto di fatti assolutamente privati, personali e, quindi, inviolabili.
(Il paper di fMC sulle intercettazioni è stato elaborato dal Dottor Michele Donno sulla base degli articoli apparsi nelle ultime settimane su L’Occidentale, il quotidiano della Fondazione. In appendice, la Lettera del Senatore Gaetano Quagliariello a Roberto Saviano.)
Leggi il Disegno di Legge N. 1611 presentato dal Ministro della Giustizia Alfano, approvato dalla Camera dei deputati l’11 giugno 2009 e successivamente modificato dal Senato della Repubblica il 10 giugno 2010.