Lunedì 12 giugno 2017, ore 18.30
Fondazione Magna Carta
Via Simeto, 64
Roma
Intervengono:
Marco GERVASONI, Autore del libro “La Francia in nero”, Professore di Storia comparata dei partiti politici, Università del Molise e LUISS Guido Carli di Roma
Gaetano QUAGLIARIELLO, Presidente fondazione Magna Carta, Professore di Storia dei partiti politici, LUISS Guido Carli, Roma
“Le vicende della destra più longeva d’Europa, alle radici di un exploit che ha ragioni profonde e dei riflessi sul panorama italiano”.
“Per capire il ritorno dei nazionalismi bisogna raccontarne la storia dalle origini, la reazione alla Rivoluzione francese. Si scoprirà che l’estrema destra ha lo stesso nemico della sinistra: la modernità capitalistica”. Marco Gervasoni
Dopo la crisi del 2008, e più di recente con la Brexit e con l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti, spira nel mondo un vento favorevole a movimenti sbrigativamente catalogati come «populisti». Tra questi, il Front national è senza dubbio il più robusto e vicino al potere in un paese chiave del mondo. Non a caso. Di tutte le destre storiche, quella francese può infatti vantare una continuità senza eguali. Tanto che – sostiene Marco Gervasoni – «non è Marine Le Pen ad aver imitato i populisti europei, semmai è il contrario». Per capire la cultura politica di cui il lepenismo è l’erede occorre risalire al 1789, l’anno cruciale da cui tutto prende avvio. Dalla Rivoluzione francese, la «matrice della politica contemporanea» che defi nisce il senso degli schieramenti, si dipana il fi lo rosso che porta da Napoleone III alla «destra rivoluzionaria» del 1914, con l’ondata di antisemitismo e nazionalismo, dal fascismo francese al collaborazionismo, dalle epurazioni alla guerra d’Algeria, dalla Nouvelle Droite alla nascita del lepenismo, fi no alla sua crisi apparente e alla rinascita. Una storia indispensabile per cogliere gli elementi che hanno reso il volto della destra francese il più noto sulla scena internazionale e rispondere a molti interrogativi. Uno su tutti: può un simile modello nazional-populista manifestarsi in una versione italiana?
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