L’avvento del terzo millennio, il nuovo ordine mondiale succeduto all’equilibrio bipolare, i processi di globalizzazione favoriti dalle innovazioni tecnologiche e dai nuovi mass media, le sfide antropologiche giunte a investire l’essenza dell’umano si sono abbattuti come uno tzunami sulle culture politiche classiche.
Non c’è spazio, però, per nostalgie. Se la politica vuole restare legata al pensiero, è giunto il momento di chiedersi cosa di quelle culture è morto definitivamente e cosa, invece, deve essere portato a interagire con scenari e problematiche inedite.
In tal senso, per iniziare a dare delle risposte, nel programma d’iniziative varato dalla Fondazione Magna Carta per il 2019 sono previsti due convegni: uno dedicato al rapporto tra il liberalismo classico e la crisi della rappresentanza provocata dall’insorgenza populista, che si terrà il prossimo giovedì 28 marzo (di seguito il programma); l’altro alla realtà del cattolicesimo politico a cent’anni esatti dall’appello Ai liberi e Forti e sullo sfondo delle problematiche che in questo torno di tempo stanno investendo la Chiesa. Questo si terrà a maggio, e a breve pubblicheremo il programma.
Al di là delle occasioni che li hanno generati, nessuno di questi due momenti avrà un taglio accademico. Sono stati pensati come occasioni di dibattito vero da proporre all’attenzione di quanti non credono alla post-verità e, per questo, ritengono che la politica non possa esaurirsi nella comunicazione né che ci si possa consolare affermando che destra e sinistra non esistono più.