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Dove e chi sta costruendo il nucleare?

La “World Nuclear Association” mantiene un database aggiornato di tutti i vari reattori nucleari in operazione, progetti in costruzione o pianificati. In aggiunta a tale database, vi sono inoltre una serie di dichirazioni pubbliche o semi‑ufficiali di vari paesi che hanno annunciato interesse nel costruire nuove centrali. È quindi chiaro che l’interesse verso nuovi reattori nucleari è diffuso, in Europa (nei peasi dell’Est europeo così come in quelli dell’Europa centrale e occidentale), in Asia, in America, e ora anche nel Medio Oriente (recentemente Giordania, EAU, Egitto ed Arabia Saudita hanno cominciato ad interessarsi all’energia nucleare), e si sta rafforzando col passare del tempo anche a dispetto della crisi finanziaria ed economica.

Chi si trova in una posizione migliore per attrarre investimenti nel nucleare?

Il mercato del nucleare si sta quindi rapidamente articolando con numerosi attori. L’interesse è alto, ma c’è il rischio che l’offerta non riesca a bilanciare la domanda: anche prima della crisi finanziaria del 2009, la filiera nucleare era a rischio di surriscaldamento con possibili intasamenti in alcune delle componenti più critiche. Il mercato ha cominciato a reagire a tale situazione ed opportunità: nuove compagnie e programmi di espansione sono emersi. Ma al tempo stesso la crisi finanziaria ha ridotto il numero di investitori e ha reso più difficile il processo di finanziamento.

Mentre parlare di “corsa” al nucleare sembra un po’ prematuro, un certo grado di concorrenza fra i vari paesi interessati esiste. Il governo inglese, nel contesto dei piani di supporto all’energia nucleare, ha commissionato nel 2008 una ricerca sulle prospettive dell’industria nucleare nei vari paesi
che hanno espresso interesse per tale tecnologia. I risultati di questa ricerca hanno indicato quali sono agli occhi degli investitori e delle compagnie già coinvolte nell’energia nucleare, i principali attributi che rendono un paese “appetibile” per un investimento nell’energia nucleare.

Le priorità per gli investitori nel nucleare sono:

Dimensione del mercato. Quanta capacità nucleare è necessaria o possibile? L’aspettativa di un largo programma di nuove centrali nucleari (più di una o due, i.e. più di 4GW) incrementa l’attrattiva di un mercato rispetto ad un altro.

Opportunità di investimento nel breve termine. Esperti e investitori vedono due ondate di nuove centrali nucleari in Europa: una prima nel 2025 ed una successiva; far parte della prima ondata è chiaramente un segnale positivo.

Forte impegno e supporto politico – è necessaria una politica credibile, consistente con supporto dell’opinione pubblica.

Presenza di un mercato elettrico aperto, trasparente, e competitivo.

Una struttura di regolamenti e leggi chiara e credibile. Per attrarre investimenti nel nucleare c’è bisogno di ridurre i rischi al massimo, particolarmente i rischi politici e di regolamentazioni. Gli investitori sono chiari nella necessità di dare quanta più visibilità futura attraverso chiare e trasparenti leggi e regolamentazioni e di evitare improvvisi cambiamenti di direzione.

In base a questi fattori un recente sondaggio commissionato dal governo inglese ha classificato i vari paesi europei e non impegnati nel nucleare in ordine di attrattiva per investimenti (da notare che l’Italia non figura dal momento che il sondaggio è stato effettuato prima delle aperture politiche al nucleare avvenute dopo il mese di maggio 2008).

1. USA.
2. Regno Unito.
3. Cina.
4. Sud Africa.
5. Altri mercati Europei
con prospettive di centrali multiple (specialmente includendo i paesi dell’Est Europeo).

Tale ricerca si basa su informazioni relative alla prima metà del 2008 ed è quindi probabile che alcuni dei risultati necessitino un aggiornamento. È stato atteso per il mese di luglio 2009, ma in linea di principio è possibile prendere tale ranking come una più che soddisfacente approssimazione in attesa di un nuovo studio o aggiornamento.

Tratto da Il rilancio dell’energia nucleare in Italia: evitiamo una falsa partenza, a cura di Massimo Beccarello, Giorgio Calì, Filippo Gaddo, Andrea Villa, Magna Carta 2009