Fonderò un’associazione che si chiama ‘Viene prima l’articolo 15’, perché sul tema delle intercettazioni è in gioco la dignità della persona e il confronto tra due idee contrapposte: quella di chi ritiene che lo Stato può tutto, può entrare nella vita di una persona e massacrarla senza confini, e chi ritiene che fatte salve le esigenze delle indagini e dell’informazione vi sia qualcosa di inviolabile per tutti i cittadini, dal più umile al più esposto, che viene prima ancora della legge e in cui nessuno Stato può entrare.
Nella nostra Costituzione c’e’ anche un articolo 15, e i nostri costituenti hanno voluto che il diritto alla riservatezza venisse prima ancora del diritto di cronaca e delle norme sull’ordinamento giudiziario. Non dobbiamo temere sudditanze culturali: come durante il caso Moro contro la statolatria si alzò la voce di Leonardo Sciascia, così oggi contro gli articoli di Saviano sulle intercettazioni si deve alzare la voce del PdL. Se c’è nel Pdl chi ritiene che un partito moderno debba uniformarsi all’ideologia dominante, che è quella di sinistra, si sbaglia.
I nostri principi sono una risposta a quella cultura. In un grande partito non puo’ esserci una ideologia o una cultura unificante, ma non per questo si può trasformare in un’agenzia del relativismo moderno, in un’agenzia di promozione di una classe dirigente nichilista sganciata da qualsiasi principio, finalizzata solo all’alternativa gestionale.
Se questo è lo scontro in atto nel Pdl, noi dobbiamo affermare che ci sono principi dai quali non si transige, magari declinati in maniera diversa ma senza che si possa uscire da una cornice culturale comune. Allo stesso modo, io non demonizzo le correnti se si pongono come contributo intellettuale, ma a condizione che non facciano saltare e non modifichino il patto sancito con gli elettori, che non diventino un partito nel partito, e soprattutto che non sottopongano alle loro esigenze la vita delle istituzioni.
C’è un problema che non si può far finta di non vedere: c’è una dinamica istituzionale e un dibattito interno al partito, e i due ambiti devono rimanere ben distinti, altrimenti finiremmo per scivolare dalla partitocrazia alla correntocrazia proprio noi che abbiamo fondato il Pdl per sostituire alla centralità dei partiti la centralità degli elettori.