A cura di Gaetano Quagliariello
Con il messaggio di S.E.R. Card. Angelo Bagnasco
La disponibilità della vita in laboratorio nell’intero percorso del concepimento, infatti, da un lato, ripropone sotto differenti spoglie dilemmi che per un attimo, con la fine dell’era delle ideologie, pensavamo di aver sciolto per sempre; dall’altro, apre squarci impensabili dell’idea che l’essere umano ha di se stesso. Lo specchio delle problematiche, quindi, investe sia la ricapitolazione delle sfide passate sia la identificazione di sfide future.
Appare chiaro come il riemergere di vecchie problematiche e l’affacciarsi di nuove sfide convergano per individuare nell’ambito antropologico il nuovo campo privilegiato d’applicazione di un approccio che io chiamerei “costruttivistico”. Quanti sanno che i nemici della libertà sono sempre in agguato, farebbero dunque bene a prender coscienza che nel passaggio all’ingegneria antropologica risiede il tentativo di tener vivo il vecchio sogno di perfezione totale, nonché il rischio che si possa tornare a generare mostri non meno insidiosi di quelli fin qui sconfitti.
Al di là di queste ipotesi ultimative a noi sembra, però, che i temi inerenti la sfida antropologica, che con un neologismo potrebbero definirsi di bio-politica, abbiano forza e profondità sufficienti a determinare il formarsi di schieramenti contrapposti – questi schieramenti magari non sono fissi ma si determinano – abbiano cioè forza ed intensità per determinare delle sfide dalle quali è difficile sottrarsi. Perché, se è vero che la perdita di certezza sull’origine rappresenta la novità più significativa del nostro tempo, quanti operano nello spazio pubblico, gli uomini politici, difficilmente potranno sottrarsi al confronto con il seguente quesito: la centralità della persona e il libero sviluppo della personalità possono prescindere dalla considerazione e dalla valorizzazione dell’origine? E da ciò deriva un’altra domanda, più stringente: la politica e la legislazione debbono fare il possibile per preservare il significato dell’origine o possono assecondare la scomparsa di questo riferimento?
Le risposte a questi interrogativi investono, inevitabilmente, la concezione della libertà dell’individuo; se cioè essa debba trovare un limite nella responsabilità personale – e, dunque, questa risposta è una risposta che tende ad evitare un’eccessiva regolamentazione – oppure possa ricercare nel diritto la fonte primaria della autodeterminazione, di pari passo con l’evolversi della scienza e della tecnica. Responsabilità contro regolamentazione legislativa.
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