Ieri, giovedì 7 ottobre, si è svolta la manifestazione “Per la verità, per Israele”, presso il Tempio di Adriano in Piazza di Pietra a Roma. L’evento ha avuto lo scopo di richiamare l’attenzione dei media italiani e internazionali sulle falsità di cui lo Stato ebraico è accusato quotidianamente e sul doppio standard applicato dalle organizzazioni internazionali nei confronti di Israele. La Fondazione Magna Carta ha aderito all’iniziativa a cui hanno preso parte politici, intellettuali e artisti di tutta Europa. Ad aprire la manifestazione è stato José Maria Aznar, presidente dell’associazione Friends of Israel ed ex primo ministro spagnolo. Sono poi intervenuti l’onorevole del Pdl Fiamma Nirenstein, organizzatrice dell’evento; i direttori dei quotidiani “Il Foglio” (Giuliano Ferrara), “Libero” (Maurizio Belpietro), “Il Tempo” (Mario Sechi) e “L’Occidentale” (Giancarlo Loquenzi); il presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici; lo scrittore russo Nicolai Lilin; la scienziata e senatrice Rita Levi Montalcini; i giornalisti Toni Capuozzo, Alain Elkann e Ernesto Galli Della Loggia; Anita Friedman; Walter Veltroni; Furio Colombo; Peppino Caldarola; Francesco Rutelli; David Zard; Rosa Matteucci; e molti altri.
L’obiettivo è stato quello di rovesciare la delegittimazione di Israele che avviene a tutte le latitudini e senza freno: Israele, il Paese più apertamente minacciato del mondo, può essere sicuro di venire condannato dalle istituzioni e dalla stampa internazionale qualsiasi cosa faccia, sia che cerchi di difendersi da attacchi terroristici, che si impegni a cercare di fermare il rifornimento di armi per Gaza, o che semplicemente svolga le normali attività di qualsiasi Paese democratico. Le sue acquisizioni scientifiche, sportive, culturali, sociali, economiche, vengono sistematicamente boicottate e vilipese anche con la violenza.
Un doppio standard viene usualmente utilizzato per relazionarsi a Israele: l’ONU, dedicandogli l’80% delle sue risoluzioni, lo condanna ad ogni passo, mentre i Paesi che violano i diritti umani, che compiono stermini e pulizie etniche, non vengono mai sanzionati. Ma una grande parte dell’opinione pubblica è stanca di questa menzogna: la delegittimazione di Israele delegittima la democrazia, corrompe le istituzioni internazionali che dovrebbero proteggere la pace e combattere il terrorismo, legittima le culture oppressive e violente contro le donne, gli omosessuali e la libertà di pensiero. Di fatto giustifica le culture antidemocratiche. Per questa ragione vi invitiamo a partecipare per dire “basta” alle bugie su Israele e per sostenere che anche l’Europa ama Israele e vuole che viva in pace.
Per saperne di più visita la pagina dell’evento su Facebook e il suo sito web.
Qui di seguito, offriamo ai lettori di Magna Carta una raccolta di articoli e interventi apparsi sul quotidiano “il Foglio” nei giorni scorsi, che spiegano più in dettaglio lo spirito e il senso di questa manifestazione. A chiudere, un articolo apparso di recente sulla rivista americana Commentary (e tradotto dal quotidano l’Occidentale) che mette in guardia sui rischi di un cambio di strategia della attuale amministrazione americana verso il suo principale alleato in Medio Oriente.
E’ la doppia morale della comunità internazionale a isolare Israele, di Dore Gold. Oggi Israele si trova a dover affrontare una doppia morale da parte della comunità internazionale che nasce dalla delegittimazione dello stato ebraico. Di Israele viene messo in discussione il diritto d’esistere, né non può sperare nell’imparzialità dell’opinione pubblica mondiale. Ma coloro che cercano di isolare lo Stato ebraico non stanno piegando la sua volontà.
Per difendere lo stato ebraico serve quella “moral clarity” che l’Europa ha perso, di José María Aznar. Israele costituisce parte integrante dell’Occidente ma è l’unica democrazia la cui esistenza viene messa in dubbio. Difendere il suo diritto di esistere richiede una chiarezza morale che molto spesso in Europa, e adesso anche negli Usa, s’è persa. Eppure se lo stato ebraico cadesse, l’Occidente cesserebbe di esistere. Senza le sue radici ebraiche, Israele si perderebbe. E lo saremmo anche noi.
Il veleno antisemita fermenta nei Parlamenti di tutta l’Europa, di Giulio Meotti, Il veleno antisemita è tornato a circolare nell’alta burocrazia di Bruxelles e nei Parlamenti di tutta Europa. Mentre l’ippocastano di Anna Frank crollava, una 15enne ebrea di Amsterdam veniva picchiata da tre giovani e la sinagoga olandese di Weesp metteva i sigilli durante lo Shabbath per “motivi di sicurezza”. L’Ue sembra affetta da una “nuova sindrome di Vichy”.
Sugli ebrei pesa un’affabulazione mortifera, di Shmuel Trigano. Rifiutare agli ebrei il diritto all’autodeterminazione, e quindi a uno stato, vale a dire negare loro il diritto di appropriarsi in libertà del loro destino collettivo, rappresenta un’ingiustizia di base e una profonda amoralità. Per di più, il progetto di delegittimare Israele si ripercuoterà su tutti gli stati democratici, soprattutto quelli europei.
“L’isola degli animali”, una fiaba spiega quant’è facile mistificare la realtà, di Mario Pacifici. Per lungo tempo in un’isola bellissima gli animali vissero felici spartendosi le delizie della natura fino a quando i Re di ogni specie iniziarono a rivendicarne i territori. Bastò poco tempo che alcuni animali presero di mira i Panda dal Mantello Turchino, mistificando la verità e mettendo in pericolo la vita dell’intera specie animale.
Tutti i presidenti Usa hanno difeso Israele con il veto. Che farà Obama?, di Steven J. Rosen. E’ una costante. All’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 6 milioni di ebrei di Israele, che hanno a disposizione un solo voto, devono vedersela con un miliardo e mezzo di musulmani che di voti invece ne hanno 50. Fino ad ora a riequilibrare la situazione c’era il veto americano nel Consiglio di Sicurezza, una garanzia che dura da 40 anni. Ma cosa farà Obama?