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Sapevamo che l’appello dei docenti universitari italiani che sostengono la riforma Gelmini e che in queste ore sta girando fra agenzie stampa, giornali e tv italiane, avrebbe dato fastidio a molti, soprattutto a quella parte del mondo accademico ostile ai cambiamenti. Così non ci siamo stupiti più di tanto quando un’agenzia ANSA, oggi pomeriggio, ha battuto questo titolo stringato: “Magna Carta, veri solo 23 dei primi 44 firmatari”.

La Fondazione Magna Carta, infatti, ha appoggiato l’appello “Difendiamo l’università dalla demagogia” sottoscritto da quanti, ordinari, associati, ricercatori, si battono per migliorare il sistema universitario. A rilasciare la dichiarazione all’ANSA è stato il professor Carlo Cosmelli, docente presso il dipartimento di Fisica della Facoltà di Ingegneria della Sapienza, che dopo essere stato contatto dal Comitato promotore dell’appello, ha denunciato una serie di inesattezze e anomalie nell’iniziativa. Qui di seguito, riportiamo l’agenzia ANSA che dà notizia delle dichiarazioni di Cosmelli e, di seguito, la replica della Fondazione Magna Carta.

L’ACCUSA A MAGNA CARTA (ANSA, 15:59). Sono effettivamente docenti universitari solo 23 dei primi 44 firmatari della Magna Carta, il documento in appoggio alla legge Gelmini che invita a difendere l’università dalla demagogia. Lo rende noto il fisico Carlo Cosmelli, dell’università di Roma La Sapienza, il cui nome era stato compreso tra i firmatari a sua insaputa. Dopo aver chiesto la cancellazione del suo nome dalla lista, Cosmelli ha fatto una rapida ricerca sui nomi nella banca dati del ministero per l’Istruzione, l’università e la ricerca (Miur) fra ricercatori, associati, straordinari e ordinari, confermati e no. «Il risultato – spiega Cosmelli – è che fra i primi 44 ‘docentì dell’elenco, 15 nomi non risultano nel database del Miur aggiornato al 25 novembre, inoltre cinque nomi fanno parte di università private, uno non è un dipendente dell’università. I nomi ‘verì – rileva – sono 23 su 44». Analoghe «anomalie» vengono rilevate in queste ore anche da altri docenti. Per esempio da un controllo ulteriore fatto a campione su 20 firmatari, solo 11 di essi risultano nella banca dati del Cineca, che raccoglie per conto del Miur tutti i nominativi dei docenti universitari italiani.

LA RISPOSTA DELLA FONDAZIONE MAGNA CARTA. “Dispiace dover far notare al professor Carlo Cosmelli che in data 27 novembre, alle ore 20:39, da un account corrispondente a quello indicato sulla sua pagina sul sito de La Sapienza, è stata inviata una email a sua firma a uno degli indirizzi dei promotori dell’appello a sostegno della riforma Gelmini, con scritto ‘aderisco al commento’. Il professore converrà che il testo dell’email, oltre all’oggetto ‘adesione’, ben si prestava ad essere interpretato come volontà di sottoscrivere l’appello. Come pure il prof. Cosmelli ammetterà che una sua successiva email con la richiesta di cancellazione dall’elenco dei firmatari ha avuto immediato seguito e riscontro”. Lo rende noto la Fondazione Magna Carta.

“Chiarito questo punto, sottolineiamo che le numerose richieste di adesione pervenute ai promotori e alla Fondazione Magna Carta provengono da persone che operano all’interno delle università italiane, ivi compresi giovani ai primi passi della carriera accademica, ai quali evidentemente un riflesso tipico dell’arroganza baronale vorrebbe impedire di manifestare il proprio pensiero. Informiamo inoltre lo stimato prof. Cosmelli, che ci pare più a suo agio negli uffici della Lubianka che non nel mondo della ricerca di un libero Paese occidentale, che poiché non ci troviamo in Unione Sovietica le università private sono comunque soggetti di diritto pubblico riconosciuti nel nostro ordinamento. In ogni caso, nel giro di 24 ore Cosmelli e chiunque altro potranno consultare sul sito di Magna Carta e su L’Occidentale le qualifiche dei firmatari e i loro atenei di provenienza. Questo – conclude Magna Carta – al fine di impedire che una campagna di volgari insinuazioni delegittimi una mobilitazione spontanea evidentemente sgradita ai maestri del privilegio e del pensiero unico, incapaci di rispondere se non con eloquenti insulti di cui sono piene le nostre caselle di posta elettronica e che siamo disponibili a far conoscere al prof. Cosmelli e a chiunque altro”.