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Il governo Berlusconi rilancia la politica economica attraverso la modifica dell’articolo 41. Secondo la costituzione “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. Questa norma rappresentò un compromesso fra i Padri costituenti ma va modernizzata per renderla più duttile e adeguata ai nostri tempi. Riportiamo di seguito una serie di articoli ed interventi apparsi sulla fondazione Magna Carta e il quotidiano Occidentale che ci aiutano a comprendere meglio quello di cui sta discutendo il consiglio dei ministri.

“Se la Costituzione è un tappo per la crescita bisogna cambiarla” di Francesco Forte – Nel nostro paese ci sono solo due libertà garantite, quella di scarcerazione dei facinorosi che picchiano i poliziotti e quella dei mezzi pubblici di scioperare. La modifica dell’articolo 41 (assieme a quella dell’art. 118) è un preliminare costituzionale di più vaste modifiche. Ma è anche un Manifesto necessario per invitare le multinazionali estere a investire in Italia e le imprese italiane a non cercare all’estero quella libertà da interferenze che vanno cercando e che non trovano in Italia.

“Un ritorno al passato per la futura costituzione economica” di Achille Chiappetti – È vero che tra le costituzioni vigenti non esistono casi di identità salvo le rarissime ipotesi di adozione di costituzioni altrui. Pure è esatta l’osservazione che alcuni modelli parziali sono stati ripresi o ricopiati e ciò è avvenuto anche per quella parte dei testi costituzionali che compongono la costituzione economica. Un siffatto fenomeno di ricopiatura non è potuto avvenire per le disposizioni economiche della Carta italiana dacché esse costituiscono un unicum irripetuto e fuori dagli schemi, il quale, già per questa sola ragione, appare meritevole di un studio approfondito.

La Costituzione economica è da riformare? di Raffaele Perna – Le riforme costituzionali sono state negli ultimi trent’anni al centro del dibattito politico: progetti di legge, commissioni bicamerali, leggi costituzionali, referendum confermativi si sono succeduti, spesso in modo affannoso e incoerente, nel tentativo di aggiornare la Carta del 1948, adeguandola ai profondi mutamenti sociali, culturali e politici intervenuti negli ultimi sessant’anni. Eppure, la cosiddetta “Costituzione economica” è rimasta ai margini della scena.

Rischi e opportunità di una riforma della Costituzione Economica di Gaetano Quagliariello – La nostra Costituzione economica andrebbe riformata. Per farlo occorre che le norme, le istituzioni, la pubblica amministrazione siano efficaci ed efficienti quanto, se non più, di quelli vigenti nei Paesi concorrenti.

“Ripensare la Costituzione partendo dall’Articolo 41” di Fabio Cintioli – Nel corso dell’ultimo decennio, il dibattito sulla riforma della Costituzione è stato uno dei temi centrali dell’agenda politico-istituzionale. Ma anche la dottrina giuridica deve svolgere la sua parte, iniziando dall’articolo 41.