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“L’altro Illuminismo. Politica, religione e funzione pubblica della verità” – Settembre 2009, pp. 192

Un luogo comune abbastanza diffuso vuole in effetti che il nostro mondo occidentale sia ormai avviato sulla strada del relativismo multiculturalista, nella convinzione che questo sia il solo modo per fronteggiare le sfide della globalizzazione e il confronto con culture diverse dalla nostra, senza cedere al fanatismo e alla violenza. Si tratta di un gravissimo errore, il quale, oltre a danneggiare noi occidentali, danneggerà anche gli “altri”, alimentando proprio quel fanatismo che vorremmo evitare. Non è facendoci “nessuno” che si favorisce l’incontro e il dialogo tra culture differenti e spesso ostili. Ma l’errore forse si spiega, se pensiamo alla stanchezza da cui ci siamo fatti prendere. Parole come ragione, verità, giustizia, dignità dell’uomo, che pure stanno alla base delle nostra cultura anche politica, sono diventate poco a poco quasi impronunciabili nella loro dimensione universalistica. E intanto dobbiamo fare i conti con il terrorismo jahadista, la guerra, la biopolitica, le questioni di vita e di morte, le grandi migrazioni, la grande crisi economica e altro ancora –tutte questioni che di certo non possono essere fronteggiate rimanendo all’interno di quella sorta di aura debole che ci schiaccia ormai come un macigno. La speranza che muove questo libro è che siano proprio queste sfide a costringerci a cercare altre strade, a guardarci intorno, ma soprattutto a guardarci dentro, per chiarire, a noi stessi e agli altri, ciò che siamo e ciò che vogliamo.