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“L’attuale momento politico culturale non si può risolvere con formule che prescindano dalle idee”. Sta nelle parole di Gaetano Quagliariello il senso degli Incontri di Norcia, la due-giorni organizzata dalla Fondazione Magna Carta e dedicata, come da tradizione, al dialogo tra credenti e laici. Ma mai come in questo tempo di antipolitica, il dibattito, l’analisi, l’approfondimento incrocia i temi del continente per tracciare una rotta verso i prossimi mesi.

In una fase in cui la politica mostra segni di debolezza c’è bisogno di ancorarsi ai valori della tradizione che non significa chiudersi all’innovazione, tutt’altro. Significa in realtà rifondare la visione e la prospettiva politica sulla “roccia delle idee, non sull’astrattezza di una formula politica”. Perché le ricette per superare la crisi non funzionano se orientate sui tecnicismi e, appunto le formule, bensì devono trovare fondamento su alcuni punti cardine. Che Gaetano Quagliariello insieme a Maurizio Sacconi ed Eugenia Roccella, declina nella due-giorni che a Norcia ha riunito esponenti del centrodestra, dell’associazionismo cattolico, del mondo sindacale e produttivo.

Centralità della persona e Stato meno invadente nella vita del cittadino sono i due pilastri attorno ai quali ruota il ragionamento. Che il vicepresidente dei senatori Pdl sviluppa utilizzando un esercizio di stile che in realtà diventa la trasposizione plastica delle differenze sostanziali tra centrodestra e centrosinistra. Un efficace strumento di riflessione, insomma, offerto mettendo a confronto il Manifesto per il Bene Comune del Paese (manifesto dei valori), presentato alla Summer School di Frascati e sottoscritto da numerosi esponenti del Pdl e la Carta di intenti sottoscritta da Pier Luigi Bersani, Nichi Vendola e Riccardo Nencini. E proprio sottolineando la differenza degli impianti dei due testi che Quagliariello argomenta: “Dal paragone dei due documenti si spiega il perchè i tentativi di tenere insieme il centro con la sinistra siano falliti. La nostra idea e’ che la crisi che ha investito l’occidente fosse innanzitutto una crisi ideali”.

Per il centrodestra il “bene comune è la libera realizzazione di ciascuno in un’ottica di responsabilità nei confronti dell’altro e della propria comunità. Per la sinistra, invece, vige la centralità del diritto assoluto in quanto conquista della società”. Ancora: per il centrodestra è fondamentale la centralità della persona; per la sinistra “il riferimento primario è ai principi codificati nella Costituzione. Per il centrodestra l’ancoraggio è a principi preesistenti alla stessa Costituzione in quanto patrimonio di una tradizione e di una civiltà di cui la Costituzione è prodotto storico”. Ed è su queste linee di frattura che – incalza Quagliariello – si giocherà il confronto politico, perchè “da concezioni diverse discendono ricette economiche contrapposte e nessuna strategia per la crescita potrà mai funzionare se non è ancorata a principi di fondo. E’ dunque anche a partire dalla nostra identità che dobbiamo parlare al Paese e ai nostri interlocutori nel campo alternativo alla sinistra”.