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di Daniel Arbib Tiberi

 

Questo report nasce dall’idea di fornire una maggiore conoscenza della posizione che la Repubblica Islamica dell’Iran occupa nel contesto internazionale, soprattutto del ruolo che Teheran gioca nella diffusione del terrorismo a livello mondiale.
Si tratta di una breve analisi che ha l’obiettivo di fornire un primo approccio al lettore che, interessato al tema, intende avvicinarsi all’argomento. Allo stesso tempo, però, questo testo vuole incuriosire anche chi, in passato, ha già affrontato sommariamente e sporadicamente la storia della politica estera dell’Iran rivoluzionario. Le note presenti in ogni pagina, daranno quindi al lettore la possibilità di allargare e approfondire i vari aspetti trattati nei singoli paragrafi.
Perché parlare del ruolo chiave che l’Iran occupa nel sostegno al terrorismo internazionale? Perché è così importante sapere come i Pasdaran – le Guardie Rivoluzionarie iraniane – agiscono fuori dai confini della Repubblica Islamica? La risposta è duplice.
In primis, il comportamento dell’Iran è utile per capire chi è il primo responsabile di tanti attentati e tanta violenza, soprattutto nella regione Mediorientale. Quando si parla di Hamas, Hezbollah, Jihad Islamica, al Qaeda e delle repressioni di Bashar al-Assad in Siria, infatti, quasi sempre si dovrebbe parlare anche degli agenti iraniani e del ruolo centrale che questi ricoprono nel finanziare, armare e addestrare i vari jihadisti nel mondo.
Esiste, però, una seconda motivazione altrettanto importante: capire l’agire del regime iraniano nel mondo non serve solamente per scrivere libri di storia. E’ utile, invece, anche e soprattutto in prospettiva futura: il finanziamento del terrorismo internazionale, infatti, non è una scelta che l’Iran compie al solo scopo di colpire i nemici nel mondo. Al contrario, si tratta – quasi sempre – di una strategia ponderata legata all’ideologia stessa che sta alla base della Velayat-e faqih (letteralmente la “Tutela del Giuresperito”), la Repubblica Islamica creata da Khomeini nel 1979. Capire quest’aspetto, quindi, rappresenta un fattore centrale per comprendere la reale natura della Repubblica Islamica e i suoi reali fini.
Sebbene a Teheran il potere sia in mano ad una leadership da molti considerata razionale, è bene capire che questa razionalità non va in alcun modo intesa in senso occidentale (ovvero machiavellica). Si tratta, al contrario, di una razionalità meramente funzionale al vero obiettivo del regime iraniano: la diffusione della rivoluzione khomeinista nel mondo. Senza questa natura rivoluzionaria, infatti, il modello istituzionale-politico vigente in Iran dal 1979 non avrebbe più senso e crollerebbe su se stesso come un castello di sabbia.
Comprendere la natura della Repubblica Islamica, quindi, è utile per tutta la diplomazia internazionale per evitare di inseguire false illusioni – anche quella guidata da Hassan Rohani – e sulla possibilità di avere con questa le classiche relazioni diplomatiche alle quali l’Occidentale è abituato.
Conoscere e riconoscere come il regime iraniano agisce nel mondo, perciò, è fondamentale per costruire un sistema internazionale diverso, fondato seriamente sulla lotta al terrorismo e ai suoi sponsor.

Daniel Arbib Tiberi si è laureato in Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi Roma Tre ed ha conseguito, successivamente, un Master in Geopolitica organizzato dalla rivista Limes e tenutosi nella sede della SIOI. Le posizioni espresse nel report rappresentano l’opinione personale dell’autore.