30 settembre 2022 | Napoli
Il Presidente della Fondazione Magna Carta, Sen. Gaetano Quagliariello, presenterà a Napoli il suo ultimo libro, “La società calda. Dall’Italia che deve crescere, una proposta per il Paese”. Appuntamento alle 15.00 presso lo Spazio Virgilio del Palazzo Reale in piazza Plebiscito. L’incontro rientra nel programma “Campania Libri. Festival della Lettura e dell’Ascolto”, previsto dal 29 settembre al 2 ottobre, è organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival.
Il festival, nella sua prima edizione, è stato dedicato alla memoria di Raffaele La Capria, regista recentemente scomparso. Durante le quattro giornate del Festival, saranno lette pagine significative tratte dai romanzi di dell’intellettuale partenopeo.
SEGUE COMUNICATO STAMPA
Come può la crescita del Mezzogiorno – in tempi di post-pandemia, di crisi energetica e di sconvolgimenti internazionali – trainare lo sviluppo dell’intero Paese? Come può una “società calda”, fondata su un’umanizzazione dei rapporti economici e sociali, liberarsi delle tare ataviche che la affliggono per proporsi come modello in grado di ribaltare cliché che si ritenevano consolidati? Come non sprecare l’occasione della ripartenza, mettendo a frutto con una visione strategica le ingenti risorse disponibili per il Sud, invece di ripetere sempre gli stessi errori delle micro-erogazioni a pioggia e della spesa improduttiva dettata da logiche assistenziali quando non addirittura clientelari? Di tutto questo si parlerà venerdì 30 settembre alle ore 15:00, a Napoli presso lo Spazio Virgilio del Palazzo Reale, in occasione della presentazione del libro di Gaetano Quagliariello, edito da Rubbettino, dal titolo “La società calda – Dall’Italia che deve crescere, una proposta per il Paese”. Nel corso dell’appuntamento, organizzato nell’ambito del Festival della Lettura e dell’Ascolto in corso nel capoluogo partenopeo, l’autore dialogherà con Valentino Di Giacomo, giornalista del quotidiano “Il Mattino”.
La proposta del presidente Quagliariello
In occasione della presentazione de “La società calda” a Napoli, il presidente di Magna Carta, Gaetano Quagliariello, ha presentato la sua proposta per una Cassa del Mezzogiorno per una strategia unitaria di intervento.
“Semmai ce ne fosse stato bisogno, le ultime elezioni politiche hanno confermato l’attualità di una ‘questione Sud’ grande come una casa. E credo che sia un errore affrontarla come una gara al miglior offerente, perché fra le ‘offerte speciali’ il reddito di cittadinanza, come si è visto, non temerà mai rivali. Bisogna cambiare radicalmente approccio. Il Mezzogiorno si trova oggi davanti a un’opportunità. Il post-pandemia ha fatto riscoprire come punti di forza alcuni caratteri della società meridionale, e sul tappeto c’è una notevole quantità di denaro. Il problema non è disporre di risorse per il Sud, ma come impiegarle e metterle a frutto, passando dal concetto di spesa a quello di investimento. Io credo che a tal fine sarebbe utile studiare e riproporre, riveduta e corretta per superarne i limiti del passato, una nuova ‘Cassa del Mezzogiorno’ che guidi con un indirizzo organico e unitario le direttrici di intervento. Non si tratta di accentrare con approccio statalista mortificando le peculiarità territoriali e gli enti locali, ma di imprimere una direzione strategica a un passaggio epocale che per il Sud è una specie di ‘ultima chiamata’. Una mole di risorse come quella oggi in campo, che in parte significativa dovrà anche essere restituita, potrà segnare una svolta solo se il loro impiego non seguirà la logica deleteria delle erogazioni a pioggia ma sarà volto a creare le condizioni di contesto per consentire al Meridione di camminare con le proprie gambe: infrastrutture, sicurezza, formazione del capitale umano, nuove filiere di sviluppo. Per riuscire nell’impresa, bisogna far tesoro degli errori passati e anche delle disfunzioni recentissime, come quelle che hanno visto alcuni interventi molto importanti del Pnrr andare a vuoto o quasi per farraginosità e complicazioni. Ci si rivolga dunque al territorio, ma si dia un approccio organico a un piano di intervento che difficilmente si ripresenterà nelle stesse proporzioni nei decenni a venire. Ritengo che una nuova ‘Cassa del Mezzogiorno’, magari con un nome più evocativo che richiami l’investimento più che la spesa, potrebbe essere uno strumento quantomai utile”.
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