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Perché Benedetto XVI segna in profondità il nostro secolo

Fondazione Magna Carta

Il Presidente Quagliariello su Papa Benedetto XVI

L’editoriale su La Gazzetta del Mezzogiorno 

 

Conciliare fede e ragione: l’ardua sfida intellettuale di papa Benedetto XVI

di Gaetano Quagliariello 

A livello di senso comune la biografia di Joseph Ratzinger, al secolo Benedetto XVI, è segnata dal suo «gran rifiuto», che ha rinnovato dopo circa settecento anni quello di Pietro da Morrone, al secolo Celestino V.

Varrà notare che nel frattempo la vita dell’uomo e la sua essenza si sono modificate, che di questi mutamenti antropologici Ratzinger è un profondo conoscitore, e che egli è stato il più stretto collaboratore di Giovanni Paolo II: un gigante della Chiesa i cui ultimi anni sono stati gravati da una malattia che ne ha inficiato le capacità di governo, determinando non pochi problemi.

È un fatto: la vita dell’uomo si allunga e si dilata anche la fase nella quale le sue forze non rispondono più alle esigenze di governo, soprattutto quando la responsabilità deve essere sorretta fino all’ultimo giorno. Non è un caso che lo stesso Francesco abbia fatto sapere di aver lasciato disposizioni nel senso delle dimissioni se un giorno le energie dovessero venir meno.

Per quanto riguarda le dimissioni di Ratzinger fermiamoci qua, perché in caso contrario rischieremmo di scivolare nella dietrologia su una vicenda rispetto alla quale le conoscenze sono ancora insufficienti anche solo per formulare delle ipotesi. Stiamo ai fatti.

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L’intervista su Avvenire

Gaetano Salvemini e l’Italia nuova