Il 14 agosto è scomparso l’Avvocato Lorenzo Mazzeo. Alla moglie, alle figlie Antonella e Lorenza – consigliere della Fondazione -, la vicinanza di Magna Carta. Di seguito, un ricordo di Lorenzo.
Una morte, per quanto attesa, non è mai fino in fondo annunciata. Finché non accade non si può comprendere del tutto la portata di quella perdita. La scomparsa di Lorenzo Mazzeo ne è la prova più eloquente.
Avvocato, uomo di cultura, gentiluomo meridionale, Lorenzo da tempo era malato. Viveva la sua condizione con dignità, leggerezza, addirittura provando a trarne in termini di benessere quel che si può ricavare da una vita forzatamente più regolare. Non di meno, purtroppo, non mancavano i segni del progredire della malattia e di una fine non distante.
Lorenzo aveva un fisico possente, che occupava lo spazio senza mai essere invadente. Era sagace. Impersonava quel saper vivere della provincia meridionale che a contatto con Napoli – la capitale – aveva saputo guadagnare un orizzonte più ampio. Era curioso. Conosceva il valore della Persona che privilegiava, rispetto a ogni altra considerazione. Era generoso. Quando coglieva un’opportunità di condivisione, si metteva a disposizione e metteva a disposizione quel che aveva. Queste sue qualità facevano sì che nessun incontro con lui sia mai stato scontato: il tempo non ‘trascorreva’ ma fluiva, arricchendoti di una considerazione, un dettaglio, un particolare al quale non avevi pensato.
Lorenzo amava la politica, quando questa si accordava con le caratteristiche della buona vita: con le sue inevitabili miserie ma anche con i suoi tratti di meraviglia. Forse, più di ogni altra cosa, è stato questo a farne un amico sincero di Magna Carta. Forse, per più di ogni altra cosa, è per questo oggi difficile accettare che non ci sia più, aiutandoci a comprendere ancor meglio perché una morte, fino in fondo, non può mai considerarsi annunciata.
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