21 ottobre 2023, L’Aquila, Sala Rivera – Palazzo Fibbioni, dalle 16.30 alle 18.30
LE RELAZIONI PERICOLOSE TRA ITALIA E RUSSIA: QUELLE DI IERI E QUELLE DI OGGI…
«Lo studio della Storia insegna a cogliere le connessioni tra gli eventi,» dice la professoressa Maria Teresa Giusti, «permette di maturare quelle capacità logico-critiche necessarie a fare un raffronto tra le vicende del passato e del presente, per svelarne i rapporti e proporre soluzioni adeguate ai problemi che abbiamo di fronte». È il senso della lectio magistralis intitolata Le Relazioni pericolose tra Italia e Russia: quelle di ieri e quelle di oggi… che la professoressa Giusti terrà il 21 ottobre a L’Aquila, inaugurando la XVII Edizione della Scuola di Alta Formazione Politica organizzata dalla Fondazione Magna Carta (Sala Rivera, Palazzo Fibbioni dalle 16.30 alle 18.30).
Le relazioni pericolose di ieri…
Le “Relazioni Pericolose” sono innanzitutto quelle tra Italia e Unione Sovietica nel periodo 1924-1941 che la Professoressa Giusti, tra i pochi storici italiani che parlano correntemente il russo, ha ricostruito sulla base delle fonti di archivio dei due Paesi in un prezioso saggio pubblicato da Il Mulino nel 2023. L’8 giugno 1929, a Odessa, le autorità sovietiche diedero un caloroso benvenuto al gerarca Italo Balbo, al termine della trasvolata sul Mediterraneo orientale. Questo evento storico illumina il legame tra Italia fascista e Russia comunista che la Giusti esplora nel libro: relazioni diplomatiche che affondano le radici nelle politiche dei governi liberali precedenti al fascismo, quando Nitti e Giolitti scelsero una linea pragmatica con i sovietici, cercando di aggirare le barriere ideologiche per sfruttare in modo vantaggioso le relazioni economiche e commerciali.
L’Italia puntava a sfidare le potenze francese e inglese colmando il vuoto che si era aperto nei Balcani e nella regione del Danubio dopo il collasso dell’impero austro-ungarico. La Russia si presentava come un fornitore di materie prime e dunque un mercato goloso per i prodotti industriali italiani (si pensi agli accordi stipulati con la Fiat). Quelle relazioni, infine, avrebbero potuto servire a indebolire la sinistra italiana, assicurandosi che Mosca non sostenesse la rivoluzione socialista nel nostro Paese. Mussolini seguì la strada tracciata dai liberali impegnandosi nel far progredire le relazioni con Mosca, nonostante le contraddizioni di regime che si definiva anticomunista.
Ancora una volta a prevalere fu il pragmatismo diplomatico: lo Stato sovietico poteva servire al fascismo negli affari internazionali e nel contrasto alle democrazie liberali. Con l’avvicinarsi della Seconda Guerra Mondiale le relazioni italo-russe declinarono, ma quelle commerciali continuarono fino al 1941. Una storia poco conosciuta quella raccontata da Giusti, che, pur nella specificità delle diverse epoche storiche, consente di stabilire alcuni elementi di confronto con il complesso rapporto odierno tra Roma e Mosca, nell’era di Vladimir Putin.
… e le relazioni pericolose di oggi
Come nella prima metà del secolo scorso l’Italia dimostrò grande interesse per la Russia con l’obiettivo di stipulare accordi commerciali per ottenere materie prime, in epoca più recente gli interessi economici tra i due Paesi continuano ad intrecciarsi attorno alla questione delle ingenti risorse energetiche russe. E così come «dopo la fine dell’Impero austro-ungarico si aprì un enorme vuoto di potere tra Balcani e Mediterraneo», spiega la professoressa anticipando alcuni passaggi della sua lectio, anche oggi «una “zona calda” dell’Europa, l’Ucraina, per la sua posizione strategica attrae le grandi potenze nel Donbas ricco di materie prime e ponte di congiunzione con l’Asia». Inasprendo le ragioni di attrito già forti con Mosca, dopo l’annessione russa della Crimea e il conflitto con la Georgia.
La Russia di Putin coglie gli elementi di crisi delle democrazie liberali e si pone in contrasto con il mondo occidentale, proponendosi come un regime politico alternativo, formalmente democratico ma sostanzialmente autoritario. Tutto questo solleva una serie di preoccupazioni in Occidente sul rispetto dei diritti umani, la libertà dei media e il pluralismo politico. L’Italia gioca la sua partita con Mosca nell’ambito delle organizzazioni internazionali, le Nazioni Unite, l’Unione Europea e la NATO, coltivando i rapporti con i Paesi dell’Europa Orientale membri della Alleanza Atlantica, che a loro volta, per rafforzare la propria sicurezza, hanno contribuito a determinare un aumento complessivo della spesa per la difesa tra i partner NATO. Il dibattito interno ai Paesi che sostengono Kiev che ne deriva chiama in causa le opinioni pubbliche europee su come e quanto continueranno ad accettare i costi dell’interventismo indiretto in Ucraina.
Infine c’è la dimensione tutt’altro secondaria del cosiddetto soft-power. Tra quanti nel secolo scorso agevolarono e promossero lo sviluppo delle ‘relazioni pericolose’ fra i due totalitarismi, spiccano come abbiamo visto figure iconiche come Italo Balbo e Umberto Nobile. L’Italia diede un contributo sostanziale all’aeronautica e ai dirigibili russi attraverso pionieri come Nobile. Anche oggi l’influenza sottile ma penetrante della propaganda russa assume una rilevanza, con la strategia a tutto campo dispiegata dal Cremlino per costruire una percezione internazionale favorevole a Mosca e promuoverne gli interessi. Una lectio magistralis, dunque, destinata a offrire agli studenti della Scuola di Magna Carta tanti spunti preziosi, per orientarsi nel complesso panorama in continua evoluzione della diplomazia e della geopolitica internazionale.
Maria Teresa Giusti insegna Storia contemporanea all’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Nel 2017 ha vinto il premio nazionale di Storia contemporanea “Friuli Storia” con il saggio La campagna di Russia 1941-1943 edito da Il Mulino.
La lectio magistralis della Prof.ssa Giusti inaugurerà la XVII Edizione della Scuola di Alta formazione politica. Per iscriverti SOLO all’evento del 21 ottobre puoi mandare una mail a segreteria@magna-carta.it.
CONTATTACI
Via degli Scipioni, 132, 00192
Roma
Fax +39 06 48 907 202
SEGUICI