Riportiamo di seguito una sintesi dell’editoriale del Presidente Quagliariello pubblicato il 22 ottobre su La Gazzetta del Mezzogiorno.
IDEE CHIARE E RAGIONEVOLI, L’ECONOMIA SOSTENIBILE SIA DAVVERO… SOSTENIBILE
“Sono reduce da ‘Futura Expo’: spazio espositivo organizzato a Brescia per il secondo anno consecutivo, dove le aziende di tutta Italia raccontano, attraverso le più diverse modalità di espressione, le loro esperienze, i loro progetti e persino i loro sogni nell’ambito della cosiddetta ‘economia sostenibile’”, scrive Gaetano Quagliariello, Presidente della Fondazione Magna Carta, sulla Gazzetta del Mezzogiorno.
La sensibilità nei confronti dell’ambiente e della sostenibilità è sempre maggiore nel nostro Paese, i dati dei visitatori di Futura Expo lo confermano: si tratta di oltre 30mila cittadini di cu 14mila, quindi quasi la metà, giovani.
Non è solo una questione morale, è anche economica. In occasione di Futura Expo è stato evidente che ai cittadini non basta visitare una mostra e parlare di ambientalismo. Ognuno “s’informa su cosa propone il mercato. Si appassiona per ciò che si può realizzare grazie al progresso tecnico-scientifico. Applaude alle best pratices messe in atto da start-up, assai spesso sorrette dalla gioventù e dall’inventiva. E, nelle sue scelte di consumatore, predilige i prodotti a basso impatto ambientale, anche nel caso questi costino un po’ di più”.
Allo stesso tempo, tuttavia, a livello politico è crescente l’ostilità verso le proposte di policy ambientaliste che prevedono tempi stretti pee la trasformazione sostenibile e dunque verso gli obiettivi posti in questo campo dalle organizzazioni internazionali e dalle istituzioni sovranazionali. Proprio in questo solco si inserisce la battaglia delle forze politiche più estreme, che hanno spostato il proprio campo di azione dall’immigrazione e dalla sovranità nazionale all’opposizione alla sostenibilità ambientale. “Il rischio – suggerisce il Presidente di Magna Carta – è che si possa verificare una vera e propria scissione tra i comportamenti del consumatore e quelli dell’elettore: mentre il primo, quando entra in un negozio mette nel suo carrello soprattutto prodotti ‘sostenibili’, il secondo all’interno della cabina elettorale esprime la sua protesta verso le politiche della sostenibilità”.
L’approccio nei confronti delle politiche pubbliche in questa materia, quindi, deve cambiare. Gli obiettivi posti dai governi europei devono essere ragionevoli, palesemente convenienti e soprattutto semplici. “È necessario spiegare che ciò che si chiede può essere effettivamente raggiunto. È necessario che siano previsti incentivi – soprattutto per le imprese – perché, se l’ambiente è un bene pubblico che tutti siamo chiamati a difendere, non è possibile che chi inquina e chi modifica i propri processi produttivi per non inquinare, vengano posti sullo stesso piano. È necessario che chi voglia porre in atto scelte virtuose lo possa fare senza sopportare ulteriori aggravi burocratici e complicazioni della vita”. Quagliariello non ha dubbi. In caso contrario, esse assai presto diverranno concime per la crescita di nuovi estremismi e l’insorgenza di altri populismi.
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