Riportiamo un estratto dell’intervista rilasciata dal Presidente Quagliariello a Francesco De Palo per Formiche il 7 dicembre 2023.
Le destre alla prova delle elezioni Ue. Cosa c’è in gioco secondo Quagliariello
Conversazione con il presidente della fondazione Magna Carta, già parlamentare e ministro. “Destra radicale vs destra di governo? In occasione delle elezioni europee si comprenderà se la frattura tra queste due prospettive diventerà insanabile, oppure si rimarginerà. Resta, però, un problema: l’Europa, così come diceva Kissinger, non ha ancora trovato un suo numero di telefono al quale la si possa contattare”
Varare un programma per cambiare l’Europa di oggi senza rinunziare alla sua unità. Questa “la grande sfida” che attende la destra secondo l’ex ministro Gaetano Quagliarello, presidente della fondazione Magna Carta, che affida una riflessione a Formiche.net dopo il dibattito aperto dalla riflessione di Kori Schake, dello storico think tank conservatore “American Enterprise Institute” apparsa su Foreign Affairs, che ha acceso un faro negli Usa e nel Vecchio continente, sulle prospettive internazionali del conservatorismo.
Negli Stati Uniti il partito repubblicano vive una fase particolare, tra il leaderismo di Donald Trump (alle prese con processi e primarie) e la spaccatura sulla politica estera. In Europa la novità Meloni come sta influendo?
Partiamo dagli Stati Uniti, dove il Partito Repubblicano vive una fase particolare che si prolunga già da un po’ di tempo. Tradizionalmente i conservatori americani sono, molto più di altri, influenzati dalla cosiddetta dottrina Monroe per la quale gli Stati Uniti debbono occuparsi eminentemente dei problemi del continente americano. Questa teoria fu messa in dubbio fortemente dai neo-con con la tesi dell’esportazione della democrazia. La presidenza Trump, almeno agli esordi, rappresentò perciò un ritorno alla norma. Quel che ha fatto ricadere i repubblicani in “una situazione particolare” è stato il combinato disposto tra i comportamenti assunti da Trump dopo la sconfitta, così lontani dalla normalità conservatrice, e la situazione eccezionale nella quale il mondo si trova a partire dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. In questo contesto, evidentemente, l’isolazionismo non ha più nulla di tradizionale.
E in Europa?
Qui tra le destre che debbono il loro successo alla difesa della sovranità nazionale e alla lotta all’immigrazione, a me pare che per la prima volta si sia insinuata una differenziazione di carattere strategico e non più solamente tattico. […]
Negli Stati Uniti il partito repubblicano vive una fase particolare, tra il leaderismo di Donald Trump (alle prese con processi e primarie) e la spaccatura sulla politica estera. In Europa la novità Meloni come sta influendo?
Partiamo dagli Stati Uniti, dove il Partito Repubblicano vive una fase particolare che si prolunga già da un po’ di tempo. Tradizionalmente i conservatori americani sono, molto più di altri, influenzati dalla cosiddetta dottrina Monroe per la quale gli Stati Uniti debbono occuparsi eminentemente dei problemi del continente americano. Questa teoria fu messa in dubbio fortemente dai neo-con con la tesi dell’esportazione della democrazia. La presidenza Trump, almeno agli esordi, rappresentò perciò un ritorno alla norma. Quel che ha fatto ricadere i repubblicani in “una situazione particolare” è stato il combinato disposto tra i comportamenti assunti da Trump dopo la sconfitta, così lontani dalla normalità conservatrice, e la situazione eccezionale nella quale il mondo si trova a partire dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. In questo contesto, evidentemente, l’isolazionismo non ha più nulla di tradizionale.
E in Europa?
Qui tra le destre che debbono il loro successo alla difesa della sovranità nazionale e alla lotta all’immigrazione, a me pare che per la prima volta si sia insinuata una differenziazione di carattere strategico e non più solamente tattico. […]
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