Il 12 giugno gli italiani saranno chiamati alle urne, oltre che per le elezioni comunali in più di 1000 comuni, per i cinque referendum abrogativi sulla giustizia inizialmente promossi dal Partito radicale e dalla Lega. Tra gli argomenti sollevati dai sostenitori del “No” viene spesso richiamata l’eccessiva complessità dei quesiti: è evidente, tuttavia, che questo non può costituire un valido motivo per non esercitare il proprio diritto di voto, che per essere realmente libero dev’essere consapevole.
L’intento della riflessione che segue è quello di fornire un approccio critico e ragionato alla lettura dei quesiti e, dunque, all’espressione del voto popolare: al netto della non ammissione, da parte della Corte Costituzionale, del quesito relativo alla responsabilità civile dei magistrati, vediamo dunque nel dettaglio quali sono i cinque quesiti rimanenti e quali sarebbero gli effetti derivanti dalla loro eventuale approvazione.
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