I liberali e moderati in Francia guardano con attenzione all’operato del Governo Meloni, è questo uno degli elementi che emerge con più chiarezza dopo la visita di tre giorni del presidente della Fondazione Magna Carta, Gaetano Quagliariello, a Parigi.
Nel corso della visita, il presidente di FMC ha incontrato, tra gli altri, il direttore della Fondation pour l’innovation politique (Fondapol), Dominique Reynié, la preside del Collegio universitario di Sciences Po, Stéphanie Balme, e ancora, il saggista e professore emerito a Sciences Po, Alain-Gérard Slama, l’economista e redattrice della Revue des Deux Mondes, Annick Steta, e la caporedattrice del settimanale L’Express, Laetitia Strauch-Bonart. Quagliariello ha anche partecipato al convegno organizzato dalla Fondazione Astrid sull’adattabilità del modello istituzionale della V Repubblica francese all’Italia.
Nel corso degli incontri è stata approfondita la questione della contestata riforma delle pensioni in Francia e, come dicevamo, si è analizzata la situazione politica a Roma e Parigi. Dopo quanto accaduto nelle ultime settimane, con tante città francesi e la capitale messe a ferro e fuoco dalle proteste contro la riforma, Oltralpe cresce la possibilità che il Rassemblement National guidato da Marine Le Pen in futuro possa prendere la guida del Paese.
Il confronto Italia-Francia
Tra gli studiosi e gli osservatori francesi di cose politiche italiane c’è consapevolezza delle differenze che separano il partito lepenista da Fratelli d’Italia, ma è la dinamica dell’inevitabile radicalizzazione dello scontro politico in Francia a interessare gli interlocutori di Magna Carta. In questo senso, l’impressione è che a Parigi il mondo liberale e moderato guardi con interesse a cosa accade a Roma, in particolare all’evoluzione dei rapporti di Meloni con l’Europa e alla volontà mostrata dal presidente del consiglio di rinsaldare l’asse transatlantico con gli Stati Uniti.
C’è più cautela nel giudizio sulla iniziativa politica del Governo italiano. In questo caso non si riescono a percepire con la stessa chiarezza le priorità dell’agenda Meloni, mentre la posizione diventa più critica rispetto ad alcune fughe in avanti della destra italiana nel ribadire la propria identità politica originaria, quasi che preservare quella identità sia ritenuto più importante del ‘buongoverno’.
“L’ambiente del gollismo moderato e liberale è molto interessato all’evoluzione dei rapporti tra la premier Meloni e l’Europa,” spiega Quagliariello in una intervista a BeeMagazine. “La considerano molto diversa da Le Pen e pensano che dovrebbe forse fare un passo in più sul tema della sovranità europea: se ci sono problemi risolvibili solo in ambito comune con quale governance si affrontano meglio? Mentre fa un’impressione negativa l’insistenza su una presunta coerenza con le proprie origini a scapito della concentrazione a governare. Sono preoccupati della mancanza di un’agenda Meloni, che dia seguito all’agenda Draghi”.
Il dopo Macron
Quando il confronto si sposta invece sulla situazione politica francese, si percepisce che la battaglia per il dopo Macron è già cominciata, nonostante le prossime elezioni presidenziali siano previste per il 2027. Si comprende inoltre che il presidente Macron, fino adesso, non ha fatto granché per favorire una ipotesi di successione: come dire, non si vede ancora all’orizzonte il ‘Pompidou’ di Macron.
La sensazione è che Marine Le Pen si ricandiderà alle presidenziali e che la leader della destra francese arriverà ancora una volta al secondo turno. Il problema diventa allora capire se emergerà o meno una figura in grado di raccogliere l’elettorato centrista, moderato e liberale, al quale aggiungere al secondo turno i suffragi derivanti da quel residuo di “disciplina repubblicana” ancora attivo. Un tentativo complicato dal fatto che i gollisti sono usciti con le ossa rotte dalla vicenda sulla riforma delle pensioni. Al momento l’unica figura nell’area liberal-moderata che potrebbe ‘fare l’impresa’ è quella di Edouard Philippe, il “primo” (in ordine di tempo e non solo) Primo Ministro di Macron.
All’indomani degli ‘Incontri francesi’, Fondazione Magna Carta ha dunque fissato un primo programma di collaborazione con la Fondation pour l’Innovation Politique che prevede una riflessione comune sul rapporto tra Europa e Sovranità; la possibilità di promuovere un sondaggio nei due Paesi sulla crisi demografica e la sua percezione nelle opinioni pubbliche; un seminario di approfondimento sui problemi, le opportunità e le prospettive dei liberali moderati tra Roma e Parigi.
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