La storia dell’Unione europea attraverso le prospettive di Italia e Francia
Leggere la storia dell’integrazione europea attraverso le prospettive di due Paesi fondatori è l’obiettivo della raccolta antologica “L’Europa e la Sovranità. Riflessioni italo-francesi (1897 – 2023)”, volume curato da Maria Elena Cavallaro, Dominque Reynié e Gaetano Quagliariello (edito in Italia da Rubbettino e in Francia da Plein Jour). Tale approccio è emerso anche giovedì 9 maggio nell’evento di presentazione che si è tenuto alla LUISS e al quale hanno preso parte, oltre ai curatori, Paola Severino, Sergio Fabbrini, Marc Lazar, Giovanni Orsina, Gilles Gressani e Piero Fassino. A coordinare i lavori è stata la giornalista Federica Fantozzi.
Ognuno dei relatori – sulla base degli input forniti dalla moderatrice – ha analizzato aspetti cruciali dell’opera. Gli intervenuti – concordi sulla funzionalità strutturale del volume “L’Europa e la Sovranità. Riflessioni italo-francesi (1897 – 2023)”, che mette a confronto le due prospettive in maniera sincrona – hanno sottolineato similitudini e differenze nell’approccio dei due Paesi al processo di integrazione nelle diverse fasi storiche.
Tanti sono stati i temi sui quali si è incentrata la discussione, tra i quali il Trattato del Quirinale (nel cui spirito è stato ideato proprio il libro oggetto della presentazione), l’asse franco-tedesco, la difesa e le prospettive dell’Europa.
Prendendo in analisi alcuni degli argomenti, è possibile rilevare come il rapporto che lega Italia e Francia al processo di integrazione europea possa essere riassunto nell’espressione “convergenze intermittenti”: in alcuni momenti i due Paesi hanno assunto posizioni similari, in altri divergenti. Due casi esemplificativi citati nel corso della presentazione sono certamente quello della Comunità Europea di Difesa (1953) e quello del Consiglio europeo di Milano (1985). Quello che emerge con forza dall’analisi degli scritti e dei discorsi contenuti nel volume a cura di Cavallaro, Quagliariello e Reynié è come l’Italia abbia mantenuto storicamente sempre una posizione favorevole all’approfondimento dell’integrazione, mentre la Francia abbia cambiato approccio a seconda delle fasi contingenti.
Un altro elemento emerso durante la presentazione riguarda il confronto tra il passato e il presente della dimensione politica dei due Paesi. Entrambi stanno vivendo fasi in cui quello che storicamente può essere definito centrismo sta pian piano venendo meno, e ciò produrrà certamente dei riflessi sul futuro dell’integrazione.
Altro dato, che caratterizza la fase presente, è il tema della sovranità. Se fino a trent’anni fa tale istanza non veniva percepita come urgente, negli ultimi quindici anni ha cominciato a rappresentare il tema per eccellenza nel dibattito europeo. Il perché di tale interessamento risiede proprio nella fase storica che l’Europa e il mondo stavano attraversando; quello della globalizzazione (da cui prende il titolo il terzo capitolo del volume). L’aumento esponenziale della complessità risultante da tale ‘apertura’ ha prodotto la ricerca di soluzioni dal ‘basso’ per rispondere a problematiche create dall’‘alto’. In un primo momento, infatti, la globalizzazione è stata vissuta con un forte entusiasmo, ma la mancanza di una effettiva governance del processo ha finito con il produrre effetti contrari a quelli immaginati dando luogo ad un ‘anti-globalismo’ di ritorno.
Infine, centrale risulta la questione della difesa comune, settore nel quale negli ultimi anni (a partire dall’adozione della PESCO) sono stati compiuti passi avanti, ma si è bel lungi dal trovare una soluzione chiara affinché l’Unione Europea possa dotarsi di un esercito proprio. Il tema risulta quanto mai attuale, considerando il contesto geopolitico nel quale il conflitto russo-ucraino e la riapertura della questione israelo-palestinese mai risolta pongono sfide strategiche davanti alle quali l’Europa dovrà rispondere, se non vorrà rimanere ai “margini” della storia.
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