Alcide De Gasperi: il ricostruttore pragmatico
Due giorni per approfondire il pensiero e l’opera di Alcide De Gasperi, statista del quale quest’anno ricorre il settantesimo anniversario della scomparsa. Il convegno “Impero, Nazione e Europa nel pensiero e nell’opera di De Gasperi” ha riunito alla LUISS studiosi e accademici per discutere il lascito del “ricostruttore”.
Il national builder tra radici trentine e orizzonti europei
Partendo dalla divisione metodologica in tre sessioni adottata dal convegno, la figura di De Gasperi è emersa nella sua caratterizzazione di artefice della ricostruzione post-bellica, leader della Democrazia Cristiana e padre fondatore dell’Europa. Il convegno ha anche dimostrato l’importanza dell’originaria appartenenza all’Impero austroungarico, sia per quel che concerne la sua formazione, sia per la concezione originale del rapporto tra Stato e nazione.
Democratico incrollabile, ha sempre visto in questo sistema lo strumento per la tutela dei diritti delle minoranze. Nella sua concezione, la democrazia era un sistema ancorato saldamente al ruolo del Parlamento e dei partiti politici.
Come più volte ricordato nel corso del convegno, De Gasperi ha dimostrato una visione lungimirante nell’affrontare le sfide economiche e sociali dell’Italia, con particolare attenzione al Mezzogiorno. Per lui, la questione meridionale è stata una ‘acquisizione’ tardiva, ma proprio tale scoperta rappresentò la spinta necessaria per dare avvio alla riforma agraria e all’intervento pubblico straordinario.
Un leader pragmatico e un visionario strategico
De Gasperi ha guidato la Democrazia Cristiana come “partito dei cattolici” – ispirato al popolarismo ma aperto alla possibilità di accogliere tutte le correnti del mondo moderato italiano -, dimostrando capacità di mediazione e adattamento. La sua attenzione al Mezzogiorno e la sua spinta riformista si inserivano in una visione di lungo termine del sistema Paese, che non poteva prescindere da una proiezione europea volta all’approfondimento dell’integrazione. A tal proposito è possibile ricordare come durante il convegno sia stato sollevato il dubbio sul rapporto tra De Gasperi e il federalismo europeo. Sebbene non sia possibile chiarire se la sua fosse un’adesione ‘ideologica’ o una scelta pragmatica in un’ottica ‘patriottica’, ciò che è certo è l’impegno profuso dallo statista per l’approfondimento dell’integrazione, soprattutto con riferimento ad uno dei progetti più lungimiranti promossi dai Paesi fondatori, quello della CED, fallito proprio poco dopo la scomparsa di De Gasperi.
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