Privacy Policy Cookie Policy

 

Il tempo storico ha una sua scansione interna che non coincide con quella del tempo cronologico. Il suo scorrere non è uniforme. Vi sono periodi nei quali procede più lentamente, senza accelerazioni né sobbalzi, quasi che si sia raggiunta la fine della storia. All’improvviso, poi, ecco una circostanza, un accadimento, una decisione in grado di cambiare il corso delle cose. L’11 settembre 2001 è uno di questi momenti. E’ una data che ha avuto la forza di provocare una svolta della storia.

Di fronte a questa affermazione, certamente, vi sarà chi vorrà ricordarci come in realtà quella svolta abbia radici più profonde. E come essa non possa spiegarsi senza riandare alla rivoluzione islamica di Komeini degli anni ’80, alla fine del bipolarismo degli anni ’90 e senza considerare i cambiamenti profondi da questa indotti nella regione mediorientale.

Queste cose ora le sappiamo anche noi. Ma le abbiamo comprese, assimilate e fatte nostre proprio perché quel giorno di sei anni fa ebbe la forza tragica di riassumere in sé processi storici che da tempo scorrevano sotto i nostri occhi senza luce. Fummo in tanti che, a partire da quel momento, iniziammo a vedere; a prendere atto di quel che stava accadendo nel mondo senza che noi lo considerassimo.

Siamo stati in tanti coloro i quali debbono all’11 settembre e alle sue vittime d’aver risolto la cecità. Siamo in tanti, in tutto il mondo, quelli che, da quel momento, si sono messi in cerca mettendo da parte i convincimenti più profondi per provare a capire cosa stesse accadendo nel mondo.

Non casualmente ogni anno, ogni mese e quasi ogni giorno Magna Carta e l’Occidentale, che certamente non ci sarebbero stati senza l’11 settembre, entrano in contatto con un giornale, una fondazione, un intellettuale o un politico che, in qualche parte della terra, hanno compiuto lo stesso percorso e che ora seguono le stesse orme.

Per farlo, continuano a riflettere su come sia cambiata la guerra a contatto con la post-modernità, provano a mettere in contatto le ragioni della geo-politica con i motivi più profondi di una civiltà, formulano interrogativi inediti al diritto internazionale cercando di schiodare i suoi vati dalle trincee delle loro certezze.

Per farlo, in una parola, si sono messi in discussione e continuano a farlo. Coloro i quali continuano a giudicare fatti e situazioni alla luce delle ideologie del Novecento ci accusano d’incoerenza. Intanto la storia va avanti, conferma gli effetti periodizzanti dell’11 settembre e chiarisce sempre di più gli effetti nefasti della loro tragica coerenza.

(Intervento pubblicato su “L’Occidentale” dell’11 settembre 2007)