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Eluana è stata uccisa. Una settimana esatta dopo essere stata strappata al­l’affetto e alla «competenza di vita» delle sorelle che per 15 anni, a Lecco,. si erano pienamente e teneramente occupate di lei. In un momento im­precisato e oscuro del «protocollo», or­ribile burocratico eufemismo con il quale si è cercato di sterilizzare inva­no l’idea di una «competenza di morte campo, a Udine, per porre fine artificialmente ai suoi giorni.  

Eluana è stata uccisa. E noi osiamo chiedere perdono a Dio per chi ha vo­luto e favorito questa tragedia. Per ogni singola persona che ha contribui­to a fermare il respiro e il cuore di una giovane donna che per mesi era stata ostinatamente raccontata, anzi sen­tenziata, come «già morta» e che mor­ta non era. Chiediamo perdono per ognuno di loro, ma anche per noi stes­si. Per non aver saputo parlare e scri­vere più forte. Per essere riusciti a scal­fire solo quando era troppo tardi il mu­ro omertoso della falsa pietà. Per aver trovato solo quando nessuno ha volu­to più ascoltarle le voci per Eluana (le altre voci di Eluana) che erano state nascoste. Sì, chiediamo perdono per o-gni singola persona che ha voluto e fa­vorito questa tragedia. E per noi che non abbiamo saputo gridare ancora di più sui tetti della nostra Italia la scandalosa verità sul misfatto che si stava compiendo: senza umanità, sen za legge e senza giustizia.

Eluana è stata uccisa. E noi vogliamo chiedere perdono ai nostri figli e alle nostre figlie. Ci perdonino, se posso­no, per questo Paese che oggi ci sem­bra pieno di frasi vuote e di un unico gesto terribile, che li scuote e nessuno saprà mai dire quanto. Con che occhi ci guarderanno? Misurando come le loro parole, le esclamazioni? Rinun­ceranno, forse per paura e per sospet­to, a ragionare della vita e della morte con chi gli è padre e madre e maestro e amico e gli potrebbe diventare testi­mone d’accusa e pubblico ministero e giudice e boia? Chi insegnerà, chi di­mostrerà, loro che certe parole, che le benedette, apodittiche certezze dei vent’anni non sono necessariamente e sempre pietre che gli saranno far­dello, che forse un giorno potrebbero silenziosamente lapidarli. Ci perdoni­no, se possono. Perché Eluana è stata uccisa.

Sì, Eluana è stata uccisa. E noi, oggi, abbiamo solo una povera tenace spe­ranza, già assediata- se appena guar­diamo nel recinto delle aule parla­mentari – dalle solite cautelose sotti­gliezze, dalle solite sferraglianti pole­miche. Eppure questa povera tenace speranza noi la rivendichiamo: che non ci sia più un altro caso così. Che Eluana non sia morta invano, e che non muoia mai più. Ci sia una legge, che la politica faccia subito una leg­ge. E che nessuno, almeno nel nostro Paese, sia più ucciso così: di fame e di sete.

Ma che si faccia, ora, davvero giustizia. Che s’indaghi fino in fondo, adesso che il «protocollo» è compiuto e il mistero di questa fine mortalmente c’inquie­ta. Non ci si risparmi nessuna do­manda, signori giudici. Ci sia traspa­renza finalmente, dopo l’opacità che ci è stata imposta fino a colmare la mi­sura della sopportazione. E si rispon­da presto, si risponda subito, si ri­sponda totalmente. Come è stata uc­cisa Eluana?

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(Tratto da Avvenire)