“La crisi dei moderati non è una crisi italiana”, commenta il Presidente Gaetano Quagliariello, ospite questa mattina del programma Omnibus su La7. “Si tratta una crisi generale legata ad una fase della rappresentanza politica dove gli strumenti della comunicazione non agevolano il passaggio di un messaggio moderato”, prosegue. “La rete sta assumendo tanta importanza e porta i contenuti della comunicazione ad estremizzarsi: oggettivamente per i moderati non è proprio facilissimo inserirsi”.
In Italia, poi, l’attuale polarizzazione del quadro politico, riporta le lancette dell’orologio al ‘94: tra i due poli c’è una immensa terra di nessuno, che al momento è uno spazio geometrico, ma non è uno spazio politico.
Questi due temi – il rapporto tra forze moderate e social media e la mancanza di una proposta moderata per l’Italia – rimandano al dibattito aperto da Magna Carta dopo il seminario “A Cesare e a Dio”, al quale hanno preso parte – oltre al Presidente Quagliariello stesso – Francesco Verderami (Corriere della sera), Johannes De Jong (Sallux Foundation), Tommaso Labate (Corriere della Sera), Giovanni Orsina (Luiss School of Government), Matteo Forte (Cons. comunale di Milano), Giuseppe De Mita (Avvocato e politico), Pia Luisa Bianco (Direttore di Longitude), Maurizio Sacconi (Già Ministro del lavoro), Michele Rosboch (Università di Torino) e Maurizio Griffo (Università “Federico II” di Napoli).
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